Una Mole rovesciata con un cono gelato alla base. Nasce, con questo simbolo a effetto, il Coordinamento No Olimpiadi, appunto CoNo, che vede riuniti associazioni, comitati e movimenti contrari all’ipotesi di una candidatura di Torino ai Giochi Olimpici invernali 2026, prospettata dalla giunta Appendino. L’iniziativa è stata presentata a Palazzo di Città, «per rendere visibile il dissenso che c’è tra i cittadini, perché finora è stata una scelta dei vertici M5s, con il via libera ufficiale di Grillo, che non solo non ha coinvolto la comunità torinese ma formalmente nemmeno la Sala Rossa».
La sindaca Chiara Appendino ha inviato, a marzo, una lettera d’interesse al Coni e recentemente ha incontrato il presidente Malagò. Ora, l’assenza di un governo nazionale sembra aver rallentato la corsa, che comunque procede.
«La nostra contrarietà – spiegano i promotori – è motivata dall’impatto negativo dei Giochi ospitati nel 2006, riconducibile al debito creato, che ha causato pesanti ripercussioni sulle finanze comunali e sui servizi ai cittadini, specialmente quelli più deboli. Senza dimenticare i danni all’ambiente». Primo appuntamento di CoNo è l’assemblea di domani alle Officine Caos nel quartiere Vallette. Ed è prevista, nelle prossime settimane, una protesta pubblica in contemporanea alla visita del Cio.
Per il coordinamento «l’idea che possa esistere un grande evento a impatto zero è un assurdo matematico». «I preventivi circolati su Torino 2026 – sottolineano i promotori – variano tra 1 e 2 miliardi di euro. Il preventivo di spesa di Torino 2006 fu invece pari a 550 milioni: nell’ipotesi migliore, oggi si prevede già di spendere o il doppio o il quadruplo di quanto preventivato 12 anni fa. Il conto verrà pagato attraverso un finanziamento del governo al Coni, risorse pubbliche che verranno assegnate con procedure di emergenza assimilabili, nell’ordinamento amministrativo, solo agli appalti della Protezione civile in caso di calamità. Procedure che non garantiscono nulla se non una “spartizione” rapida dei soldi, con normative non trasparenti sulle gare d’appalto».
Partecipano a CoNo anche i No Tav. Ieri, era presente Nicoletta Dosio che oltre a ricordare l’impatto degli impianti sportivi, presto abbandonati, in Val di Susa, ha sottolineato le similitudini tra «grande opera» e «grande evento»: «Le Olimpiadi sono un volano per finanziare le maleopere».