Domani si concluderanno le assemblee nei luoghi di lavoro per il congresso della Cgil, ma in Campania le operazioni di voto procedono con i nervi tesi. Ieri la seconda mozione «Il sindacato è un’altra cosa», primo firmatario Giorgio Cremaschi, ha denunciato presunti brogli.

«Lunedì scorso la segretaria generale è arrivata all’assemblea della clinica Mediterranea – spiega Franco Bruno – C’era più polizia che lavoratori. Ovunque le assemblee erano vuote, le urne però sono rimaste aperte per giorni, i lavoratori venivano “accompagnati” a votare. Qualcuno ci fermava per chiedere “ma cosa stiamo andando a fare?”. Ormai la Cgil assomiglia sempre di più a Cisl e Uil».

Susanna Camusso nella giornata napoletana ha anche trovato il tempo di incontrare Gianni Lettieri, candidato Pdl alle scorse comunali, e patron di Atitech. Anche nell’azienda in cui si fa manutenzione degli arei sono state riscontrate anomalie: «La discussione sulle mozioni ha coinvolto 9 operai poi però abbiamo trovato 186 voti nell’urna. Allo Spi di Frattamaggiore, su 1.400 iscritti, l’ultimo giorno di voto avevamo avuto 80 schede depositate. Poi ci siamo alzati un attimo per andare al bagno o fare una telefonata e, in quel lasso di tempo, i voti sono lievitati a 600».

Denuncia Vincenzo Chianese: «Nel seggio di mio padre allo spoglio la seconda mozione non ha avuto nessun voto, neppure quello che aveva appena depositato lui». I ricorsi, continuano, sono inutili perché la commissione decide a maggioranza e senza dover motivare l’esito, così ogni tentativo di oppugnare i risultati è vano.

«All’ospedale Cardarelli c’erano 470 tesserati, la settimana del congresso sono diventati 930 circa – racconta Maria Pia Zanni – Si avvicinavano alla presidenza, consegnavano il modulo di iscrizione e ritiravano la scheda. Una pratica illegittima perché l’iscrizione deve passare dall’amministrazione dell’azienda, ci deve essere la trattenuta sulla busta paga. Ma le commissioni di controllo si limitano a ratificare quello che verbalizza la presidenza. Non solo Cremaschi è stato portato via di peso, anche molti di noi. Io stessa sono stata allontanata dai seggi».

Quello che denunciano i rappresentanti della seconda mozione è che è stato sistematicamente sabotata ogni discussione con i lavoratori: «Alla Delfino di Acerra, dove c’è un contratto di prossimità – spiega ancora Chianese – i compagni della Cgil mi hanno fatto capire che preferivano non farla l’assemblea, avevano paura che sollevassi il fatto che qui gli operai prendono meno dei colleghi di Parma».

Dove i rappresentanti della seconda mozione erano presenti la partecipazione al voto è stata di circa il 20% con un consenso per loro pari al 10. Dove non c’erano a vigilare la partecipazione è salita al 98% degli iscritti con un consenso bulgaro alla mozione Camusso del 100%. «Martedì un mio collega della Ex Ergom ha tentato di darsi fuoco davanti all’azienda: sono 6 anni che è in cassa – conclude Chianese – Quando il sindacato ti lascia solo, la rabbia finisce per diventare autodistruttiva».