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Congiure infinite per il Trono di Spade

Congiure infinite per il Trono di Spade

Televisione Dal 25 aprile su Sky in contemporanea con gli Stati uniti, va in onda la sesta stagione de «Il Trono di Spade» tratta dalla saga scritta da George R. R. Martin

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 19 aprile 2016
Luca CeladaLOS ANGELES

«Seicento ore di girato, dozzine di location in cinque nazioni – Irlanda del Nord, Croazia, Spagna, Islanda e Canada. Una troupe di 900 persone nel «campo base» di Belfast e altre 400 maestranze in Spagna e riprese contemporanee fino a quattro unità». I numeri snocciolati dal produttore David Benioff sono da blockbuster per il colossal fantasy che torna in tv dopo quasi un anno. Per chi ha passato gli ultimi dieci mesi ad arrovellarsi sulla morte più o meno definitiva di Jon Snow dopo la congiura dei Guardiani della notte, non mancano ormai gli indizi al riguardo volendo ripassare al lumicino i vari trailer lanciati da Hbo in anticipo della sesta stagione, da siti e dai social dedicati alla saga ispirata ai libri di George R. R. Martin. Ma tutto questo fa appunto parte del game…

Per la verifica manca ormai comunque poco: il 25 aprile su Sky (alle 3 di notte la contemporanea della puntata Usa e alle 22 il primo episodio sottotitolato. La versione doppiata andrà in onda il 2 maggio). «Il Trono di Spade è il più grande fenomeno della storia della tv» afferma Emilia Clarke (alias Daenerys Targaryen) alla presentazione di Los Angeles. «Questa stagione poi è incredibile, roba da far esplodere i televisori». Diciamo che la regina madre dei draghi non teme l’iperbole, ma d’altra parte, avendo visto il primo episodio nella proiezione monumentale organizzata al Chinese Theater di Hollywood, ci sentiamo di confermare che gli appassionati non rimarranno delusi.

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Di certo non sarà l’ultima stagione – secondo le ultime dichiarazioni rilasciate dagli show runner, Benioff e DB Weiss, a Variety, il progetto sarebbe di concludere la saga in due ulteriori stagioni «abbreviate» dopo quella attuale: 7 episodi per la settima e sei per l’ottava e ultima serie. Intanto si profila una stagione se non conclusiva, ma che comunque avvia l’intreccio verso una soluzione finale. Ce lo conferma a Los Angeles Nikolaj Coster-Waldau alias Jamie Lanister. «credo che si stia avvicinando inesorabilmente alla fine», ha detto l’attore danese, aggiungendo sibillino: «Le lotte fra i regni continueranno ma se seguite la trama, sapete anche che esistono pericoli più mortali per tutti. E personalmente vorrei sperare che a un certo punto, se vogliono evitare un inverno eterno, troveranno il modo di mettersi d’accordo». Il riferimento è evidentemente agli Estranei – gli esseri spettrali che vagano le lande del Nord e che rappresentano una minaccia ben più inquietante che non le orde di Bruti ammessi dentro la barriera da John Snow con le note conseguenze. Ma è molta, moltissima, la carne ancora al fuoco e le trame da definire – a partire proprio dal rientro a corte di Jamie che nell’ultimo episodio abbiamo visto salpare per un viaggio di ritorno non proprio propizio verso Approdo del Re.

La nuova puntata comincerà a dare un’idea di ciò che lo attende, oltre alla riunione con la sorella/amante. Ma è solo l’inizio, c’è da seguire anche Tyrion Lannister (Peter Dinklage) nell’esilio d’oriente con il machiavellico eunuco, e inorridire per le letali gesta delle Sand Snakes (compresa Tyene: l’italiana Rosabell Laurenti Sellers). Riprendere il filo di Daenerys Targaryen e dei suoi draghi, capire se i rimanenti rampolli della sfortunata casata Stark riusciranno mai a ritrovarsi e a cambiare la sorte che li perseguita da anni.

«Ci penso spesso», conferma Sophie Turner, alias Sansa Stark. «Vorrei tanto che si ritrovassero ad un certo punto, anche perché abbiamo tutti condiviso con questi personaggi gli anni della nostra adolescenza. Ma siccome è Il trono di Spade è meglio non contarci troppo». Qualunque sia l’esito, gli addetti ai lavoro promettono che questo sarà l’anno «delle donne». Dichiarazione importante per un programma spesso criticato per il trattamento riservato ai personaggi femminili. «Non sono d’accordo – sottolinea Emilia Clarke – Anzi, mi sento di affermare che lo show ha regalato figure femminili molto forti. È ironico che proprio per questo siamo stati così criticati». Opinione condivisa da Sophie: «So che non è un opinione condivisa da tutti ma io l’ho sempre considerate una storia femminista, e come me la pensano molte fan. Al netto delle convenzioni del periodo in cui è ambientato, abbiamo sempre avuto interpreti risolute e con una decisa personalità».

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Ma al di là dei temi generali gli attori si trincerano dietro strategici «no comment» per evitare gli spoiler di un’annata «senza rete» – ovvero la prima ad essere stata girata senza la base dei romanzi di Martin. Lo scrittore che era al lavoro su Winds of Winter, il sesto libro della serie, si è arreso, scusandosi con i fan per non essere riuscito a finire per tempo. Il risultato è che la prossima stagione è in gran parte frutto diretto dell’immaginazione di Benioff e Weiss e degli sceneggiatori del programma. «La differenza maggiore è che non siamo più obbligati a discutere sempre con chi ha già letto i libri e non ammette variazioni» sottolinea ancora Coster-Waldau. «Trovo bello che ora tutti possano godersi la storia allo stesso modo. Quando ho letto i copioni mi è sembrata la stagione migliore, e non lo dico solo perché sono in promozione. Probabilmente il fatto di avvicinarci al finale con l’obbligo di chiudere le trame, crea più tensione ed energia nelle storie.

Non mancano comunque guest star nel cast. Sono annunciate le presenze di Ian Mac Shane (Deadwood), James Faulkner (Downtown Abbey), Richard E. Grant (The Iron Lady)e nientemeno che Max von Sydow. Ma per il resto si tratta perlopiù di seguire vecchie conoscenze e capire come si intrecceranno i loro destini, dato anche l’alto tasso di mortalità di Westeros (la terra inventata da Martin che vanta ora anche una cartina navigabile su Google maps). Alla fine il gioco dei troni per chi ha ceduto al suo fascino rimane sempre quello: lasciarsi andare e godersi le scene madri, i colpi di scena e il livello di produzione senza pari di un fantasy coi suoi alti e bassi, ma che grazie a sceneggiature e interpretazioni brillanti, sa anche regalare momenti sublimi.

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