Gli anni Settanta hanno sancito a livello globale un momento di svolta sistemico, il quale, tra le varie cose, ha segnato la fine dell’egemonia delle istituzioni del movimento operaio tradizionale, così come delle forme di marxismo a esse legate. Nei decenni successivi, sull’onda delle lotte dei lavoratori, degli studenti, delle donne, delle soggettività razzializzate e delle minoranze di genere e sesso, sono state intraprese delle nuove avventure politiche e teoriche, capaci di rinnovare la grammatica marxista e di appoggiarsi su di essa per meglio criticare i rapporti di dominio e sfruttamento imperanti.

A TAL PROPOSITO, l’ecologia politica non fa eccezione: è sulla scorta delle lotte dei lavoratori contro la nocività della produzione e di quelle degli abitanti dei territori per la giustizia ambientale che si è dato l’incontro – non senza tensioni – tra il rosso e il verde. L’agile volume di Jacopo Nicola Bergamo, Marxismo ed ecologia. Origine e sviluppo di un dibattito globale (Ombre Corte, pp. 206, euro 18) esplora la genesi e lo svolgimento di tale incontro, offrendo una dettagliata ma accessibile sintesi degli autori e delle controversie filosofiche, storiche ed economiche che hanno caratterizzato l’ecologia politica in chiave marxista.

Il libro si snoda infatti attraverso sei capitoli, in cui sono ricostruite le principali tappe di questa vicenda. Dopo un primo capitolo introduttivo in cui sono discusse le opere di alcuni tra i più significativi anticipatori di tale tendenza (Paul Sweezy, Herbert Marcuse, Alfred Schmidt, Neil Smith, André Gorz), il saggio di Bergamo si sofferma sulle opere di quattro tra i maggiori teorici dell’eco-marxismo – John Bellamy Foster, Paul Burkett, Jason W. Moore e Andreas Malm – prima di affrontare nell’ultimo capitolo tre dibattiti che attraversano l’ecologia politica marxista contemporanea: sullo statuto ontologico della relazione Natura/Cultura, sulla crisi ecologica e la teoria del valore della natura, e sui pregi e i limiti del concetto di Antropocene.

SEBBENE SI TRATTI di un manuale che introduce il lettore all’ecologia politica marxista, l’approccio di Bergamo non è «neutrale», al contrario: sia nella ricostruzione storica tra le varie generazioni di autori che hanno caratterizzato la prima fase dell’eco-marxismo e la seconda fase, sia nelle querelles che solcano i dibattiti contemporanei, l’autore privilegia la prospettiva della «rottura metabolica» rispetto a quella dell’«ecologia-mondo» (a cui per altro il quarto capitolo rende pienamente giustizia). Tale orientamento è inoltre esplicito nei numerosi rimandi all’interpretazione dell’opera di Marx e Engels rispetto alle questioni ecologico-politiche, i quali si basano fondamentalmente su Foster, Burkett e Saito (citato solo en passant un paio di volte).

Più in generale, il libro di Bergamo costituisce un’ottima introduzione critica per chiunque non conosca le posizioni degli autori in questione, o per colui/colei che vuole ripercorrere sinteticamente i loro lavori. Lo stile del libro è infatti al contempo rigoroso ma pedagogico, sebbene sia richiesta una certa famigliarità con la concettualità marxiana per poterlo scorrere senza difficoltà.

Questa l’originalità del gesto e il principale significato politico-culturale di tale operazione editoriale: rendere accessibile le opere dei principali teorici dell’eco-marxismo, introducendoli ai dibattiti contemporanei. Tale approccio si rivela importante soprattutto per i «non addetti ai lavori»: si tratta infatti di un volume che può essere di grande utilità nella formazione politica e culturale delle giovani generazioni, sempre più interessate alle questioni ecologiche, o di chiunque voglia avvicinarsi all’ecologia politica, ritenendo che l’apparato concettuale marxiano e marxista abbia delle cose importanti da dire in merito.

L’UNICA NOTA NEGATIVA riguarda la mancata discussione di vari nodi cruciali per l’eco-marxismo: dai dibattiti eco-femministi alla pandemia passando per l’ecologia politica marxista decoloniale, si sarebbe potuto immaginare di fornire maggior spazio a questioni e prospettive determinanti per inquadrare con piglio critico la crisi ecologica in corso.