A Bologna Sinistra ecologia e libertà è allo sfascio. Il principale alleato del Pd al governo della città è ormai dilaniato da una guerra che nessuno fa più lo sforzo di tenere nascosta. 60 iscritti si sono autoconvocati per giovedì prossimo, presenteranno un documento per rompere con il Pd e cercare di creare un’alternativa al governo del sindaco Virginio Merola.
Tra gli autoconvocati il capogruppo di Sel in Regione Igor Taruffi, la capogruppo in Comune Cahty La Torre, i due membri dell’assemblea nazionale di Sel Federico Martelloni e Luca Basile.

Una rivolta dentro al partito che arriva pochi giorni dopo la decisione di Sel nazionale di rompere col Pd anche sotto le Due Torri. «Ci sono le condizioni per lavorare a una proposta alternativa», diceva martedì scorso il coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni. Tanto è bastato per far saltare gli equilibri e scatenare la guerra tra fazioni.

A reagire furiosamente è stata la coordinatrice cittadina di Sel Egle Beltrami. «Vogliono forzare un percorso democratico di confronto e decisione – spiega –. Per anticipare il processo di poche settimane non esitano a distruggere il partito». La vendoliana, da sempre vicina alle posizione dell’assessore regionale pro Pd Massimo Mezzetti, giovedì non vorrebbe nemmeno arrivare al voto . L’idea è quella di prendere tempo almeno fino a dicembre. E magari sperare che Amelia Frascaroli, assessore della giunta Merola con un profilo marcatamente di sinistra, sciolga ogni riserva e decida di reagire alle sollecitazioni che le arrivano da casa Pd per creare una lista a sinistra in appoggio al sindaco. Per i vendoliani filo-Pd sarebbe così più facile non disperdersi.

Nei prossimi giorni Frascaroli dovrebbe incontrare Vendola. Per intanto, dopo aver cementato l’asse col sindaco Merola con la nomina del nuovo assessore alla cultura Davide Conte, si è presentata all’assemblea elettorale #Bonalè di Gianmarco De Pieri. Una presenza che ha destato stupore, visto che il progetto di Bonalè è quello di mandare a casa «la casta di Bologna», democratici compresi. «Sono qui solo per ascoltare, discutere di temi concreti è importante al di là delle alleanze», ha detto Frascaroli il giorno dopo aver chiesto al sindaco il varo di un «grande piano sociale» per l’emergenza casa. Se molto dipenderà da cosa farà Frascaroli, tanto più dipenderà da quel che deciderà il Pd, con la sua corrente legalitaria e anti occupazioni sempre più scalpitante.

Nel frattempo a sinistra continuano le trattative per arrivare alla creazione di una lista civica unitaria. C’è la Coalizione civica di Mauro Zani, il gruppo di Vincere in Comune, gli attivisti di Tpo e Labàs radunati da Gianmarco De Pieri sotto il cappello di #Bonalè. Ma c’è anche Possibile dell’europarlamentare civatiana Elly Schlein. E c’è, infine, l’ex assessore Alberto Ronchi, silurato dal sindaco per aver difeso il centro sociale Atlantide, poi sgomberato dopo un avviso di sfratto firmato proprio da Merola. Ronchi ha annunciato di lavorare a un progetto per «mandare a casa» la classe dirigente del Pd bolognese, «disgrazia per Bologna». Un progetto che non è tramontato, ma che dovrà necessariamente fare i conti con la frammentazione che c’è in città. Tutti però sperano che per metà dicembre il soggetto unitario anti-Pd sia pronto. Di certo, ormai, il vecchio centro sinistra che ha vinto al primo turno le elezioni del 2011 non esiste più.