Le 4 giornate segnarono uno spartiacque dopo l’8 settembre 1943 e per tanti versi anticiparono quel movimento resistenziale e di liberazione nazionale più generale che si sviluppò nel paese e nel centro-nord occupato dai nazifascisti. Che vuol dire, proprio in queste ore: ripartire dalle 4 giornate? Il Paese ha votato. L’espressione della sua volontà, per quanto largamente minoritaria, va rispettata e assunta. Questa doverosa affermazione non può però nascondere il dato che è aperto un terreno di lotta democratica nuova, più difficile, più complesso. In questa lotta è in gioco qualcosa di sostanziale dei caratteri della nostra democrazia. E allora, riandare ai fondamenti della Repubblica, ha oggi un valore ancora più grande di ieri: ci sono un dovere e un bisogno di attualizzazione che non può essere eluso, che deve indurre chiarimenti impegnativi, che deve contrastare ogni clima o tentativo di ritorno all’indietro.

Le 4 Giornate avranno le loro manifestazioni ufficiali e istituzionali. Queste nostre giornate dal 29 settembre al 1 ottobre, quasi interamente coincidenti con l’anniversario del ’43, hanno un carattere anche di lotta ideale, vogliono rappresentare un richiamo a tutto un mondo democratico a ridestarsi e a riflettere su come riprendere un cammino progressivo, popolare, partecipato. Di questo c’è bisogno. In modo urgente.

E così nelle prossime tre giornate di «O bella cia’» ragionerà con Mario Tronti una nuova generazione impegnata in pratiche innovative che non trovano spazio nella politica ufficiale della sinistra; sarà presentata in prima nazionale una bellissima opera musicale che ha riarrangiato, con il contributo generoso di tanti artisti, e con una buona declinazione in napoletano, tanti dei pezzi della tradizione popolare e democratica, a cominciare da «O bella ciao» che diventa appunto «O bella cia’», con la partecipazione in coro degli operai in lotta della Whirlpool, e anche questo è un segno emblematico e indicativo di un possibile modo di unire percorsi e costruire identità.

E poi si discuteranno testi importanti: l’ultimo di Vandana Shiva, Dall’avidità alla cura, con gli studenti napoletani ed un intervento dell’ autrice così impegnata su uno dei fronti cruciali per il futuro del pianeta e su cui una nuova sensibilità giovanile interroga radicalmente la politica tutta; il nuovo lavoro importante di Mario Avagliano sul dissenso al fascismo; l’ultimo di Livia Turco, Compagne, dedicato al ruolo importante, e su cui non si rifletterà mai abbastanza , delle donne nella vicenda della sinistra italiana e del Pci.

E poi sarà l’occasione per tornare ad una figura di straordinaria attualità come quella di Pier Paolo Pasolini, nel centenario della nascita, con Enzo Rega, Esther Basile e Pietro Folena. Promuovono l’evento, con il protagonismo di tante realtà associative Infinitimondi e l’Anpi della Campania.

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Gianfranco Nappi,

Infinitimondi
Ciro Raia, Anpi Napoli