Ora legale, tutto l’anno. Da un’analisi dei consumi e dei risparmi, valutando vari scenari da qui al 2030, Terna ritiene che l’Italia trarrebbe un beneficio in termini di risparmio energetico, ambientale ed economico adottando stabilmente quella che oggi è l’ora legale, cioè l’orario estivo. Portando avanti le lancette dell’orologio potremmo risparmiare energia non solo da aprile e ottobre, ma anche nei restanti mesi.

Terna è il responsabile unico in Italia della trasmissione, gestione e dispacciamento (equilibrio tra domanda e offerta) di energia elettrica sulla base di una concessione governativa. È Terna che monitora costantemente i consumi, modula la rete, scongiura il rischio black-out.
Lo studio, effettuato proprio per valutare gli effetti della soppressione del cambio semestrale di orario, ci dice che nei sette mesi di ora legale l’Italia nel 2019 risparmierà 510 milioni di kilowattora (Kwh), pari allo 0,3% del totale dei consumi elettrici: per avere un termine di paragone, corrisponde al fabbisogno medio annuo di circa 200 mila famiglie.

A questi, nel caso si adottasse stabilmente l’ora legale, si aggiungerebbe un ulteriore risparmio di 300 milioni di Kwh del periodo invernale (da novembre a marzo), arrivando quindi a un risparmio complessivo annuo di oltre 800 milioni di Kwh, corrispondenti a 400mila tonnellate di CO2 in meno in atmosfera: in euro fanno 160 milioni di spesa in meno. I mesi in cui si hanno i maggiori risparmi sono aprile e ottobre, in cui di totalizzano i 2/3 del risparmio totale.

Il risparmio si calcola paragonando i consumi di un giorno feriale prima del cambio ora, che fa da giorno di riferimento, con i consumi di altro giorno feriale successivo al cambio, depurato dell’effetto temperatura. I dati si proiettano poi sull’anno e si mettono a confronto con i consumi degli anni più recenti.
Nella sua valutazione Terna ha tenuto in considerazione non solo aspetti economico-ambientali ma anche elementi di sicurezza e adeguatezza per il sistema elettrico italiano: poiché non sono emersi particolari rischi, alla nostra latitudine converrebbe riposizionarsi stabilmente sull’ora legale.

Se queste percentuali vi sembrano irrilevanti, non lo sono dal punto di vista di Terna: gli obiettivi di riduzione dell’energia primaria fissati dall’Ue per il 2030 sono importanti (meno 40% delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai livelli del 1990, aumento del 27% di energie rinnovabili e del 27% anche dell’efficienza energetica), quindi ogni tassello di risparmio è utile per raggiungere lo scopo.

I dati di Terna non si discostano da altri studi presentati in un’audizione alla commissione Trasporti del Parlamento europeo: un’analisi sui risparmi effettuata su 35 paesi europei mette in evidenza che i risparmi che si possono ottenere nel passaggio all’ora legale variano da meno dello 0,5% al 2,5% (Bergland e Faisal, 2017). Altre studi calcolati a livello globale riportano risparmi medi dell’ordine dello 0,34% (Havranek, 2017).

Nella decisione presa dalla Commissione Europea di abolire il cambio semestrale di orario ha pesato anche il fatto che il risparmio di energia elettrica ottenuto grazie al passaggio all’ora legale è diminuito nel tempo. Nel caso dell’Italia, se nel 2011 risparmiavamo 647 milioni Kwh, oggi siamo scesi a 510 milioni di Kwh: questi dati si spiegano, secondo gli esperti di Terna, con l’aumento dell’efficienza energetica grazie al passaggio dalle lampade a incandescenza a quelle al Led. Diminuiti i consumi per l’illuminazione, diminuisce la quota marginale di risparmio su quell’ora di luce guadagnata. Altre analisi mettono in evidenza che il minor consumo per l’illuminazione verrebbe compensato da una maggior richiesta di energia per i condizionatori d’aria.