L’immagine è così netta da sembrare deliberatamente impaginata eppure qualcosa di impalpabile e di magico persino (due sorrisi allineati in prospettiva ed entrambi appena accennati) anima questo che è forse il ritratto più intimo di Pier Paolo Pasolini, datato 1962 nell’appartamento di via Eufrate all’Eur: gli è vicino, in un secondo piano vellutato dal flou, sua madre Susanna laddove la fisica somiglianza nonché la concomitanza della postura e dello sguardo evocano quello che è senz’altro il testo poetico più arreso, e pressoché coevo, di Pasolini medesimo, Supplica a mia madre. CHI HA SCATTATO la foto oggi celeberrima e ascritta nell’immaginario...