«Melville diceva che gli artisti devono tuffarsi: o sbattono la testa su un sasso che spacca loro il cranio, oppure il colpo in testa è così stimolante che poi realizzano il loro miglior lavoro. Bisogna tuffarsi, ma il risultato è imprevedibile».
Maurice Sendak aveva scelto come nume tutelare della sua vita creativa lo scrittore di Moby Dick, anzi nutriva nei suoi confronti una sorta di venerazione: aveva chiamato il suo cane alsaziano Herman e nel suo studio-casa a Ridgefield, in Connecticut, sfoggiava lo scrittoio da viaggio che gli era appartenuto. Inoltre, fra i suoi rari lavori per adulti, c’è proprio l’illustrazione, con disegni esplicitamente erotici, di Pierre: or, The Ambiguities, il controverso romanzo di Melville (un tema che correva sotterraneo era l’incesto), rieditato da Harper nel 1995.

Maurice Sendak con i suoi mostri selvaggi

A GUIDARE Sendak nella sua lunga produzione per l’infanzia sarà la stella polare di una immaginifica verità, poco addomesticabile. Si rifiutava di mentire ai bambini perché le paure esistono per tutti e sono profonde. Il successo del suo albo poco rassicurante Nel paese dei mostri selvaggi gli ha dato ragione. Uscito nel 1963 per Harper & Row grazie alla lungimiranza di Ursula Nordstrom, vinse il premio Caldecott Medal, divenne in breve tempo un libro di culto (c’è anche un film di Spike Jonze, scritto da Dave Eggers) ma scontò la messa al bando in alcuni stati, soprattutto al sud, che lo consideravano non adatto alle letture serali perché narrava di una ribellione, di un bambino che scappava di casa e di incontri spaventevoli. In effetti, lo scrittore ha sempre affermato di aver modellato i mostri sui suoi stessi parenti, quegli immigrati di prima generazione polacchi, poco istruiti e poveri, dei quali lui metteva in luce il lato esistenziale grottesco.
Naturalmente Sendak ha continuato a camminare a testa alta per la sua strada, convinto che i più piccoli dovessero avere accesso alla migliore letteratura. Lynn Caponera, che oggi presiede la Maurice Sendak Foundation dopo aver sempre vissuto, fin da quando aveva 11 anni, con lo scrittore e il suo compagno (lo psicoanalista Eugene Glynn) racconta che ogni tanto un bibliotecario metteva un pannolino sulle natiche di Mickey, il protagonista della surreale storia La cucina di notte, ma poi arrivava sempre un bambino a grattarlo via.

È COSÌ che pure in un albo come Nel mondo là fuori, in uscita con Adelphi il 4 aprile, nella collana I Cavoli a merenda (pp. 40, euro 22, traduzione di Lisa Topi), prende vita la peggiore delle fantasie dark: mentre Ida è chiusa nella solitudine, nell’attesa di un padre lontano, andato per mare, e sua madre se ne sta in giardino persa nei suoi pensieri, i goblin rapiscono la sorellina per costringerla alle nozze. Saranno la spavalderia di Ida, l’attivazione affettiva dell’«aiutante magico» e la forza indemoniata della musica che tutto scompagina, a ribaltare gli esiti del racconto, trasformandosi in fonte di salvezza.
Adelphi torna quest’anno alla Bologna Children’s Book Fair con alcune felici pubblicazioni di Sendak (la casa editrice sarà anche al Salone di Torino il 10 maggio con un focus imperniato sul Bombo-lardo, dissacrante festa clandestina di tanti maiali che vede la traduzione scanzonata dell’illustratore e autore Sergio Ruzzier) e, fra queste, si annoverano senz’altro i deliziosi Gusci di noci, raccolti in un lillipuziano cofanetto che ne prevede quattro (euro 26).

Da Piero, una delle storie nel cofanetto dei ,[object Object],Gusci di noce»

«L’IDEA DI UNA SERIE di libri per primi lettori, che insegnassero qualcosa senza cadere nel moralismo, fu della sua editrice Ursula Nordstrom – spiega Lynn Caponera, che sarà il 10 aprile a Bologna –. Avevo solo due anni quando uscì Nutshell library, ma ricordo che, negli anni a venire, Sendak parlava dell’importanza delle dimensioni ridotte dei libri, del loro adattarsi alla mano di un bambino, di come potessero essere infilati in tasca, proprio come i piccoli volumetti di Beatrix Potter. Voleva che li percepissero come un tesoro. Nel suo studio, Maurice ha sempre conservato alcuni libri della sua infanzia, The Better Little Book, una serie che Disney produsse negli anni ’30 e ’40, con personaggi come Topolino, Pinocchio, Buck Rogers. Voleva evocare la stessa sensazione che provava nel possedere un libro della dimensione perfetta per sé».
I Gusci di noce rivisitano i vecchi abecedari o le tabelle per «far di conto» con un humor irresistibile, e presentano un «Pierino» capriccioso, pronto a dire sempre che se ne infischia fino all’epilogo in cui convince tutti ad abbandonare la via maestra costellata di pregiudizi per entrare in relazione con il mondo selvatico, anzi a divenirne parte – l’amicizia con il leone, suo divoratore.

ULTIMO DI TRE FIGLI, famiglia con origini ebreo-polacche, Maurice Sendak (1928-2012), prima di divenire un «classico» della letteratura, è stato un ragazzino col pallino della lettura: problemi di cuore lo avevano costretto a lunghi periodi di riposo e convalescenza. La sua passione per l’illustrazione deflagrò dopo la visione di Fantasia di Disney. Fra gli autori che ammirava di più c’erano Emily Dickinson, William Blake, Mozart («quando risuona nella mia stanza, mi connetto con qualcosa che non so spiegare, non ce n’è bisogno») e, ovviamente, Melville. Eppure, la sua principale fonte d’ispirazione era il mondo naturale, a cui si sentiva intimamente legato.
La sua stessa casa è immersa nel verde, fuori dai circuiti abituali. «Si trova in una zona residenziale – sottolinea Lynn Caponera –. Studio e archivio non sono aperti al pubblico, possono essere visitati solo da sei persone alla volta. Organizziamo l’annuale Sendak Fellowship, ma non laboratori. Nel lungo periodo, ci piacerebbe che nascesse un centro/museo in una città vicina, per stimolare altri giovani a diventare artisti del libro illustrato. Ma poiché Maurice riteneva che l’opera d’arte finale fosse l’albo stampato, tutti possono accedere alla sua poetica possedendone uno o andando in biblioteca».

 

SCHEDE

Se un coccodrillo bussasse….

La collana «Il Quaderno quadrone» della casa editrice Rrose Sélavy accoglierà il pubblico della Children Book Fair con un nuovo titolo: Se un coccodrillo bussasse alla vostra porta (che riecheggia il motivo rodariano «Che cosa succederebbe se un coccodrillo bussasse alla vostra porta chiedendovi un po’ di rosmarino?» ). Scritto da Massimo De Nardo, fondatore e responsabile editoriale di Rrose Sélavy fino al 2020, anno della sua scomparsa, con un testo introduttivo di Chiara Gabrielli, e le illustrazioni della street artist Gio Pistone, il libro (pp. 36, euro 17) propone tre storie, giocate attraverso il nonsense, che sollecitano la fantasia di lettrici e lettori, invitando tutti a modificare i propri punti di vista. Il coccodrillo, relazionandosi con gli altri deve superare la diffidenza dei suoi interlocutori.

 

I primi cinquant’anni di El

Il Gruffalò

Le triestine edizioni El compiono i primi 50 anni: da mezzo secolo, a guidare questa avventura libresca è Orietta Fatucci (dal ’76, El nacque nel 1974), affiancata oggi dalla figlia Gaia Stock. Candidata al Bop, nella cinquina finalista come migliore casa editrice europea di libri per ragazzi, El annovera nei suoi oltre 9000 titoli e 200 collane, tutta la produzione di Rodari e il Gruffalò (Axel Scheffler sarà alla Bologna Children Book Fair il 9 e 10 aprile, stand B2 pad 25). Per la festa, le tre anime di El /Einaudi Ragazzi e Emme rinnovano l’ identità visiva con lo studio TassinariVetta (cerchi concentrici e ellissi che tutto congiungono e richiamano la grafica anni 70). El sta per le iniziali di Editoriale Libraria, gruppo editoriale che affonda le radici nella metà dell’800, quando una società di navigazione e assicurazione austriaca, Loyd, aprì a Trieste una «Sezione artistico letteraria».

«La parabola del panificio indipendente»

In occasione della Bologna Children’s Book Fair, l’ 8 aprile ad Anonima Impressori inaugurerà la mostra «La parabola del panificio indipendente». Il titolo è lo stesso del libro di Neil Packer, illustratore e autore inglese (da «Unico nel suo genere» a «Harry Potter e l’Ordine della Fenice»), in uscita il 5 aprile con Camelozampa (traduzione di Sara Saorin, pp. 48, euro 18,00). Con la semplicità fiabesca di una storia che ha il sapore di una «parabola», e con le sue illustrazioni ricche di minuziosi dettagli, Packer racconta quello che sta succedendo alle nostre città, a rischio di omologazione. Un progetto speciale, che la casa editrice ha pubblicato per la prima volta stampandolo nell’ultima tipografia che resiste nella città di Venezia.