Domenica sera, dall’ingresso del cinema Les Arcades si era riunita una piccola folla, costituita per lo più da esercenti della filiera art&essai. Erano venuti a vedere uno dei film più attesi della selezione ACID (associazione del cinema indipendente per la sua diffusione). Parliamo di Gaz de France di Benoit Forgeard. Siamo nel 2020, il presidente della Repubblica si chiama «Bird», ma non è un politico, è un cantante, è stato eletto due anni prima con una valanga di voti sulla scia di un successo pop. Ma Bird è un incapace e la sua quota di popolarità scende rapidamente a livelli mai visti. I suoi consiglieri riuniscono allora un think tank. Si tratta di tirar fuori dal cilindro un’idea geniale. Si decide di annunciare che il presidente ha una fidanzata. Bird cambia piano e ordina il bombardamento della borsa di Francoforte. Il think tank (di cui fanno parte 3 ragazze, un giovane, due o tre anziani e un robot, interpretato dallo stesso Forgeard) si rifugia in un bunker sotto l’Eliseo, nel quale il gruppo resta per tre giorni, senza contatti con l’esterno…

Il film di Forgeard è soprattutto un’idea. O piuttosto un contenitore, che il regista (autore del soggetto e della sceneggiatura) può riempire a piacimento con mille riferimenti (dal Dottor Stranamore ai Fratelli Marx…), metafore, battute, situazioni burlesche, tinte di una vena erotica. Tutto è non sense e tutto ha senso rispetto al nostro presente.

A che genere appartiene Gaz de France? È un film di fantascenza ? Una commedia? Una satira politica ? Tutto questo, un gran pastiche, ma anche no. La formula della satira è castigat ridendo mores: ridendo corregge i costumi. Ma quella di Forgeard non è una satira. Primo perché nel suo film si sorride a crepapelle, ma non si ride quasi mai. Secondo perché il suo modo di fare satira è solo distruttivo. Il punto non è correggere i costumi, ma non lasciare nulla in piedi, darsi anima e corpo (politico) all’assurdo, senza cercare redenzione.

Ecco perché la scelta è perfetta di Philippe Katerine nei panni del presidente Bird. Katerine è l’attore ideale di Forgeard. È un satiro punk e un musicista raffinato e talentuoso (guardare su internet per credere). Con lui, Forgeard si permette uno studio sui ritmi di recitazione e sulla comicità che fa pensare alle performance di Andy Kaufman. Come molti nuovi registi francesi, Forgeard viene dalle Beaux arts. Il genere a cui il suo film fa pensare è in effetti quello dell’arte concettuale. Gli esercenti avranno del filo da torcere per trovargli un pubblico. Ma è a questo che serve la filiera art&essai. Sempre che il gas non la asfissi prima.