Lo scorso martedì presso la Comunità ebraica di Roma veniva presentato il libro «La Sinistra ed Israele», per iniziativa delle associazioni Hans Jonas e JCall, dibattito moderato dalla giornalista Lucia Annunziata e a cui partecipavano Emanuele Fiano, deputato Pd, e il direttore di LiMes Lucio Caracciolo. Presentazione che non è riuscita ad arrivare alla fine per la presenza in sala di alcuni esponenti della Comunità – riconosciuti come «vicini» al presidente della Comunità, Riccardo Pacifici – che hanno duramente contestato l’iniziativa e la presenza dello storico Giorgio Gomel, una delle voci più progressiste dell’ebraismo romano. Dopo l’esposizione dello striscione «Torna a Gaza, Giorgio» si è sfiorata la rissa e gli ospiti sono stati portati fuori dalla sala.

Già nel maggio del 2011 era comparso sui muri del ghetto uno striscione che recitava «Ogni è ebreo è nostro fratello… Moni Ovadia e Giorgio Gomel no». A dare la sua solidarietà allo storico e a denunciare il clima interno all’ebraismo italiano anche Gad Lerner, che sul suo blog ha denunciato: «Chi si accanisce contro il portavoce dell’associazione europea JCall, Giorgio Gomel, così come in passato su Moni Ovadia, giungendo a togliergli la parola e a minacciarlo fisicamente, deturpa i valori fondamentali dell’ebraismo. Troppo a lungo sono stati tollerati, se non incoraggiati». Un chiaro j’accuse contro i rappresentanti delle istituzioni comunitarie, Riccardo Pacifici in testa. Lerner nello stesso articolo ha poi ribadito il suo allontanamento dalla Comunità ebraica di Milano per i medesimi motivi.

Quando la ferita della contestazione era ancora fresca è poi arrivato il pestaggio denunciato da alcuni giovani dentro il ghetto: sarebbero stati aggrediti per aver stracciato un manifesto che inneggiava ad Ariel Sharon. Proprio ieri sera la Comunità ebraica romana ha ricordato Sharon con l’iniziativa «Un leone in cerca della pace».