A maggio sono in calendario le Comunali di Treviso e Vicenza, città simbolo del crack bancario.

E rispunta l’ombra di Giancarlo Gentilini, classe 1929, “sindaco sceriffo” e alpino padano della Lega di Bossi, per vent’anni al vertice del municipio di Marca. Con Salvini non ha nulla da spartire e minaccia una coalizione elettorale con le liste “Gentilini per Treviso”, FdI, una civica cattolica e il Popolo della famiglia. Per scongiurarla è sceso in campo direttamente il governatore Luca Zaia, che insieme al segretario Toni Da Re proverà a ricucire lo strappo con Gentilini. Operazione indispensabile nella sfida a Giovanni Manildo, 48 anni, avvocato, sposato con tre figli, in gioventù boy scout come Renzi, che punta al secondo mandato.

Si voterà anche a Vicenza con il centrodestra in ordine sparso. Fabio Mantovani, presidente dell’Ordine degli avvocati, sembrava il candidato sindaco proposto da FI. Ma deve fare i conti con Francesco Rucco, ex An, consigliere uscente alla testa di una civica, e ora perfino con Elena Donazzan, assessore regionale mai pentita della sua identità fascista. In più c’è la Lega che scalpita.

Archiviato definitivamente Achille Variati, sull’altro fronte c’è Otello Dalla Rosa che ha vinto le primarie e conta di replicare a Vicenza la “coalizione arancione” vincente un anno fa a Padova. Il M5S candida Francesco Di Bartolo: avvocato, romanziere e sommelier, un ex dell’Italia dei Valori.