Le strutture dedicate all’addestramento dei militari dell’Arma fuori dal perimetro del parco di San Rossore ma sempre nei confini municipali pisani. Il resto all’interno dell’area protetta, nel borgo di Coltano e nei suoi immediati dintorni, utilizzando anche i cinque ettari dell’ex centro radar statunitense, e costruendo dentro San Rossore la ventina di villette a schiera progettate per accogliere i carabinieri e le loro famiglie. Per grandi linee è stato questo l’esito dell’incontro tra il sindaco di Pisa, Michele Conti, il presidente toscano Eugenio Giani, e il ministro della difesa Lorenzo Guerini. Un summit reso necessario dalle contestazioni verso la gigantesca base militare da 73 ettari di estensione e da 445.189 metri cubi che il governo e i carabinieri intendevano costruire all’interno del parco.
Se a questo punto sembra abbandonato il progetto della magabase interamente dentro San Rossore, restano intatti a disposizione dell’Arma i 190 milioni di fondi del Pnrr, risorse messe a disposizione dall’Ue dopo l’emergenza Covid, in teoria per finanziare la transizione ecologica. Proprio questo dispiegamento di risorse non fa arretrare il movimento “No base”, che in concomitanza con il summit ha manifestato sia a Coltano che a Roma, e che ora tiene ferma la linea del “non un euro né un centimetro quadrato” per l’insediamento militare.
Nella nota ufficiale congiunta del Comune di Pisa e della Regione Toscana, al termine dell’incontro con il ministro Guerini, si spiega: “Nella riunione è stato deciso che verrà emanato un decreto ministeriale per istituire il tavolo che avrà il compito di individuare ipotesi alternative al centro polifunzionale di 70 ettari, riallocando sul territorio le funzioni dei vari reparti dei carabinieri ma al di fuori del Parco, ad eccezione del borgo di Coltano che potrà essere inserito nel progetto attraverso rigenerazione urbana degli immobili di proprietà pubblica”.
In altre parole sarà attuato uno “spezzatino” degli insediamenti, che comunque andranno a insistere in un territorio già ampiamente militarizzato come quello del comprensorio fra Pisa e Livorno. Con esplicita soddisfazione del sindaco leghista Conti: “Abbiamo difeso il territorio nella sua sostenibilità – ha commentato al termine dell’incontro – e proposto soluzioni per mantenere i carabinieri sul nostro territorio. Ho assicurato al ministro la mia disponibilità a collaborare per trovare in tempi rapidi una soluzione positiva per tutti, per l’Arma e per la comunità pisana”.
Soddisfatto anche il presidente toscano Giani: “E’ stato un incontro proficuo e costruttivo che ha instaurato un metodo di riflessione congiunta, di concertazione, per la migliore individuazione del sito ove realizzare l’ ‘ecostruttura’ dei carabinieri che possa nel territorio pisano insediare la sede del Gis, in armonia con le esigenze della miglior pianificazione urbanistica”.
Di avviso opposto i “No base”: “Questa base non si deve fare, le risorse vanno riorientate sulle vere emergenze: la sanità, la scuola, il lavoro, il cambiamento climatico. Non possiamo permetterci di sprecare 190 milioni in un progetto insostenibile. Per questo faremo una grande mobilitazione nazionale a Pisa il 2 Giugno”. Sarà infine da capire l’atteggiamento dei residenti di Coltano, dopo che al locale circolo Arci nelle scorse settimane si sono svolte assemblee infuocate, promosse sia dalla sinistra di alternativa di Una città in Comune e Rifondazione comunista che dal centrosinistra con in testa il Pd, chiuse con un secco diniego ad ogni ipotesi di ulteriore militarizzazione del territorio.