Quando lessi, si era nel 1997, in Cinque scritti morali il testo della conferenza Il fascismo eterno che Umberto Eco aveva tenuto alla Columbia University il 25 aprile 1995 mi parve aver ecceduto l’autore sul registro della amenità, ovvero troppo aver concesso a quel modo di esprimersi, come dicono i dizionari, tra l’arguto e il faceto. Dico l’amoenitas elevata e dotta degli antichi e degli umanisti, un registro ove si possono ragionare questioni assai serie e dove si può ottenere, con la facezia, una attenzione che potrà risultare particolarmente giovevole e persuasiva. Del resto, sul crinale delle arguzie intelligenti Eco...