Una commissione di inchiesta per far luce sulla tragedia del Moby Prince. A chiederlo sono Sel e M5S con due proposte di legge in cui si chiede che sia il parlamento a provare a far luce, 23 anni dopo i fatti, su quello che è stato definito il più grande disastro della marina civile italiana. «Sulla morte di 140 persone – ha detto il deputato di Sel Michele Piras, che ha sottoscritto la proposta di legge insieme alla deputate toscane Marisi Nicchi e Martina Nardi – non è mai stata fatta piena chiarezza, lasciando ammantato da una nebulosa di mezze verità il diritto a giustizia e verità dei familiari delle vittime»

La sera del 10 aprile 1991 il Moby Prince entrò in collisione nel porto di Livorno con la petroliera AgipAbrzzo: nell’incendio che seguì l’urto morirono 140 persone e una sola, il mozzo Alessio Bertrand, riuscì a salvarsi. Un processo e un’inchiesta bis non sono riusciti, in tutto questo tempo ad accertare la verità, lasciando ancora aperti molti dubbi. Contro la richiesta di archiviazione presentata dalla procura di Livorno, i familiari delle vittime del Moby Prince hanno preparato un dossier che oggi è nella mani del nuovo Guardasigilli Andrea Orlando. Nel dossier, che si basa sulla relazione preparata dal perito Raffaele Bardazza con la collaborazione di giuristi e tecnici, si contesta anche il luogo in cui sarebbe avvenuta la collisione tra le due navi e l’esistenza della nebbia che avrebbe reso difficile la navigazione, Secondo lo studio Bardazza, inoltre, il Moby Prince non sarebbe stato in uscita dal porto di Livorno diretto in Sardegna, ma avrebbe virato tornando verso al banchina. Manovra decisa dal comandante forse per evitare un pericolo. Da notare che tra le ipotesi prese in considerazione c’è anche quella di un forte traffico di navi militari americane nel Golfo di Livorno.

«Ci siamo, forse siamo sulla strada giusta», ha commentato l’iniziativa di Sel e M5S Luchino Chessa, foglio del comandante del Moby Prince. «Negli anni abbiamo avuto numerosi contatti con parlamentari e senatori, ma ogni volta è stato un nulla di fatto. Il momento attuale sembra trovare varie congiunture favorevoli: un parlamento rappresentato da volti nuovi, giovani, che hanno voglia di cambiare».