Schiacciata dalle voci che ne vorrebbero decretarne l’inutilità o l’essere già stata scavalcata da decisioni prese in altre sedi, la commissione Colao ieri ha tenuto la sua seconda riunione plenaria.

L’EX CAPO PLANETARIO di Vodafone ha coordinato i 17 componenti a cui aveva affidato una sorta di compiti a casa. Quasi sei ore di riunione per fare il punto sui temi più urgenti legati alla ripartenza delle attività. Sempre con la riservatezza a ridurre gli spifferi, si viene a sapere che il documento da consegnare a Conte dovrebbe essere prodotto all’inizio della settimana prossima, con un ritardo di qualche giorno sulle indicazioni iniziali.

Il nodo principale da superare è sempre quello di rendere sicuri fabbriche e uffici con il corollario ancora più complesso della mobilità dei lavoratori. L’idea è quella di decongestionare i mezzi pubblici tramite scaglionamento di orari di apertura e turni per chi non può lavorare da casa. Il sindaco di Milano Beppe Sala ha spifferato l’idea di finanziare bici elettriche per tutti per incentivare i viaggi in solitudine.

Quanto ai settori e alla loro pericolosità, la commissione Colao ha definito una sorta di classifica di rischio. Proprio i trasporti, specie quello aereo, sono considerati i più a rischio assieme all’assistenza sanitaria. A rischio medio alto sono considerati i servizi alla persona come parrucchieri mentre a rischio medio-basso vengono inclusi sia i servizi di ristorazione (ristoranti e bar) , il commercio al dettaglio (escluso quello di auto e moto), le attività sportive, intrattenimento e divertimento. A basso rischio invece le costruzioni di edifici, l’industria del tabacco, la metallurgia, la fabbricazione di mezzi di trasporto e mobili, le attività immobiliari, le agenzie di viaggio e le biblioteche. Tutte queste potrebbero quindi riaprire già dal 27 aprile mentre bar e ristoranti insieme ai parchi dal 4 maggio sebbene la decisione spetterà al governo, sentito l’Istituto superiore di sanità. «Circolano numerose ipotesi, con tanto di date – dicono fonti di Palazzo Chigi -. In alcuni casi sono senza fondamento, altre sono ancora allo studio e quindi non definitive».

Potrebbe poi essere discussa anche l’idea di gestire la «fase 2» dividendo il Paese in macroaree (Nord, Centro e Sud) a seconda dell’entità del contagio: il Sud in questo caso ripartirebbe prima, nonostante la contrarietà del presidente della Campania Vincenzo De Luca.

[do action=”citazione”]Rischio medio-alto per i servizi alla persona, medio-basso per ristoranti e bar, commercio al dettaglio, le attività sportive, intrattenimento e divertimento[/do]

A SPINGERE, SEPPUR indirettamente, per la riapertura ieri è arrivata anche Bankitalia. Il bollettino economico di via Nazionale stima che ogni settimana di ulteriore blocco delle attività provoca un calo del Pil annuale dello 0,5 per cento, senza considerare gli effetti indiretti. Le previsioni di Via Nazionale indicano così un crollo del 5% del Pil nei primi tre mesi dell’ann. In più la ripartenza è gravata da numerose incognite e da fattori internazionali cui l’Italia dipende specialmente per due suoi motori: le esportazioni e il turismo. E così se l’industria italiana potrebbe «recuperare parte della produzione persa», è «meno plausibile» un recupero per i servizi, specie il turismo visto che i flussi internazionali «resteranno verosimilmente modesti per un periodo prolungato».

PER IL GOVERNATORE Ignazio Visco «la crisi che stiamo fronteggiando è senza precedenti per velocità diffusione e profondità» con «effetti più acuti per i paesi più poveri e più fragili». Sulle ricette per ridurre gli effetti della crisi da pandemia Visco osserva: «Poichè la crisi è globale anche la risposta deve esserlo. Un accresciuto coordinamento tra paesi in risposta alla pandemia ci permetterà di uscire insieme, più velocemente e a un costo minore».

IL MONDO DEL LAVORO nel frattempo continua ad essere in pieno fermento. Dopo un nuovo contagio nel polo della logistica Amazon di Torrazza Piemonte (Torino) con 1.200 addetti, Filt Cgil e Nidil Cgil hanno proclamato sciopero. «Non abbiamo avuto risposte né dall’azienda né dal prefetto sui pericoli per la salute dei lavoratori – dice il segretario Teresa Bovino della Filt-Cgil – nessuna risposta nemmeno sulle merci essenziali: in Amazon si vende di tutto e i ritmi di lavoro all’interno dei magazzini e tra i corrieri sono forsennati», denuncia.

Buone notizie dal settore del marmo e lapidei. È stato firmato unitariamente un Protocollo con le misure anti-contagio. Una delle novità è l’introduzione dei Comitati aziendali per la ripartenza (Car), con i lavoratori protagonisti della modifica di orari e metodi di produzione, proposta lanciata sul manifesto dal segretario della Filea Cgil Alessandro Genovesi.