L’Intifada è là, dietro i blocchi di cemento del check point israeliano che affaccia sulla zona H1 di Hebron. L’aria è irrespirabile, il fumo dei lacrimogeni entra nei polmoni e gonfia di lacrime gli occhi. I soldati sparano proiettili di rivestiti di gomma contro i dimostranti. I tiratori scelti hanno in canna munizioni vere, pronti ad usarle per colpire i «leader» dei palestinesi che dalla strada in basso lanciano sassi e urlano slogan tra copertoni in fiamme. È il copione quotidiano di Hebron e della nuova rivolta palestinese che non trascina in strada le folle della prima Intifada vista alla...