Come si sta in sella, una guida pratica
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Come si sta in sella, una guida pratica

Commenti Il podcast La città delle biciclette (su Spotify, Anchor, Podbean) ha l’obiettivo di aiutare i nuovi utenti della bici a muoversi meglio in città
Pubblicato più di un anno faEdizione del 16 marzo 2023

Ogni tanto mi stufo di denunciare le storture stradali italiane e mi concentro sulla parte bella del muoversi in bicicletta. Mi è venuto quindi in mente di dare il via al podcast La città delle biciclette (su Spotify, Anchor, Podbean) che ha l’obiettivo di aiutare i nuovi utenti della bici a muoversi meglio in città. «La malinconia non è prevista in bici», ha detto qualcuno. In una puntata – che ripropongo qui – parlo per esempio di come si sta in bici, partendo dai principi generali: non andrebbe mai dimenticato che la bici è un mezzo semplice. Il nostro non è un mezzo come gli altri: se ci fate caso, per esempio le motociclette non hanno lo stesso modello con diverse misure: se sei alto puoi acquistare modelli alti, se basso modelli bassi. Questo perché il nostro mezzo ha in noi il suo motore e l’ergonomia è fondamentale.

Per questo i ciclisti esperti criticano quelli che lasciano bassa la sella. Chi lo fa è perché si sente più sicuro nel poggiare i piedi a terra abbastanza di piatto se non del tutto, mentre la corretta altezza della sella ti consente di poggiare solo le punte. Però è importante, perché con la sella bassa si pedala scorrettamente e fanno male le ginocchia, oltre a utilizzare l’energia di pochi muscoli mentre altri rimangono inerti; oltretutto ce li trasciniamo dietro senza che facciano il lavoro a cui sono destinati, è peso inutile. Con l’altezza giusta, quando il pedale è in basso la gamba deve essere leggermente flessa, in modo da non sollecitare l’articolazione del ginocchio.

Il nostro contatto con la bici si verifica in tre punti: sella, manubrio e pedali. Sull’importanza di una buona sella siamo d’accordo tutti ma finora non si è riusciti a escogitare un modo per acquistare al primo colpo la sella perfetta per sé. Dovrete fare le vostre prove, non si scappa. I pedali devono avere la caratteristica di non far scivolare le suole, una cosa che ti può mettere in difficolta nei momenti peggiori, per esempio quando piove o quando devi scappare velocemente da un momento di confusione stradale. Alcuni usano gli attacchi, non facili da usare per i principianti e anche costosi, altri i pedali cosiddetti flat, che hanno una presa molto forte e non hanno bisogno di scarpe specifiche. In ogni caso devono avere un grip il più possibile efficace, anche se alla lunga tendono a rovinare un po’ le suole. E’ importante che la pedalata si svolga mettendo al centro del pedale la parte del piede da cui partono le dita, così da usare al completo i muscoli della gamba. La famosa «pedalata di tallone» annulla completamente l’azione del polpaccio e va evitata: si verifica quando la sella è troppo bassa. Importante anche afferrare saldamente il manubrio: sembra banale ma vedo troppe persone che non usano l’opponibilità del pollice alle altre dita. Lo sguardo deve essere dritto e periferico: guardare l’orizzonte migliora l’equilibrio, mentre non focalizzarsi su qualcosa lascia intravedere movimenti circostanti che potrebbero crearci dei problemi.

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