E’ il momento di entrare nel Pd senza Renzi e smetterla di ricercare, a mo’ di moderni Diogene, un’altra sinistra che non c’è? A nostro parere no.

La costruzione del Pd si basa, ora come allora, nell’accettazione dell’attuale sistema economico-sociale e nel suo temperamento assistenziale-caritatevole attuato attraverso quote sempre più limitate di welfare. In questa scelta c’è l’introiezione della sconfitta, politica e culturale, di ogni espressione di sinistra in Italia e nel mondo.

Ma mentre la sconfitta politica è sotto gli occhi di tutti si può dire parimenti che la globalizzazione felix abbia prodotto risultati positivi? Non sembrerebbe visto l’aumento della forbice della diseguaglianza sociale, lo sconvolgimento climatico frutto delle dissennate politiche di sviluppo capitalistico, l’accrescersi di tensioni e di conflitti legati a fattori religiosi o al controllo delle sempre più scarse risorse naturali.

Oggi che il turbo capitalismo finanziario, figlio dell’ideologia dell’impresa e del profitto, appare in crisi e malessere sociale e insicurezza dilagano in Europa e nel mondo purtroppo le risposte più efficaci sembrano provenire dalla destra nazionalista e corporativa.

Cosa c’entra tutto ciò con l’uscita di Renzi dal Pd? C’entra, perché nulla fa presagire una riflessione critica e autocritica di quel partito sulle politiche adottate in questi anni.

Tutto ciò rimanda quindi al tema dell’assenza di un credibile soggetto politico di sinistra nel nostro Paese. Abbiamo registrato, a partire dalla nascita di Sinistra Italiana, come nostro malgrado tutte le esperienze fino ad ora praticate si siano dimostrate inadeguate e sempre più autoreferenziali. Oggi Sinistra Italiana rischia, dopo le forse troppo frettolose dimissioni del suo Segretario e della sua segreteria, di trovarsi impreparata di fronte alle novità e alle urgenze che la fase politica ci presenta. E’ bene quindi che si faccia rapidamente un Congresso di SI ma se si vuole che questo non si limiti ad un’operazione burocratica occorre che da subito si provi a lanciare una credibile proposta politica.

Le scelte fatte in queste settimane da tutte le componenti presenti in LeU relative alla partecipazione al Governo Conte dovrebbero suggerire di riaprire un confronto a cominciare da questi soggetti.

Noi pensiamo che resti tuttora attuale la necessità di lavorare per la costruzione di una forza politica che abbia due sostanziali assi fondanti: da una parte una visione di moderno socialismo in grado di declinare in veste attuale concetti come uguaglianza, giustizia sociale, diritti e dall’altra una cultura ambientale che sia davvero leva di un diverso modello di sviluppo.

Non pensiamo a frettolose fusioni né tanto meno a un processo di rifondazione del Pd che non è né interessato né attrattivo rispetto al progetto politico accennato.

Si potrebbe, molto più modestamente, incominciare fissando un appuntamento comune promosso dai vari soggetti ruotanti attorno a LeU in cui ci si confronti per incominciare a elaborare dei contenuti e delle iniziative che possano interessare e coinvolgere i tanti che vagano dispersi nella variegata galassia della sinistra. Un incontro che affronti in modo laico anche la necessità di luoghi di decisione che non lascino solo ai gruppi parlamentari l’incombenza e la responsabilità di quali scelte fare di fronte ai difficili passaggi politici che avremo di fronte.

Non crediamo che ci sia nessuno così ingenuo da pensare che i problemi che la sinistra ha di fronte si possano risolvere unicamente partecipando al Governo, ma per rendere credibile e minimamente efficace questa partecipazione occorre lavorare per far crescere nel Paese un soggetto politico (o almeno un’area politica) che in coerenza con tale scelta sia quantomeno riconoscibile e visibile.

Forse abbiamo un po’ di tempo davanti a noi, non sprechiamolo ancora una volta in diatribe incomprensibili che ci condannerebbero solo definitivamente al buco nero della storia.

*Coordinatore SI Lombardia
Coordinatore SI Milano