La strategia del «subpresidente» Iván Duque rispetto al dialogo con il Comité del paro – perlomeno da quando il suo burattinaio Álvaro Uribe lo aveva rimproverato per la sua «scarsa fermezza» – era diventata fin troppa chiara: tirarla per le lunghe, logorare la controparte e confidare che i manifestanti prima o poi si stancassero di protestare. E soprattutto non negoziare nulla, per non permettere, ad appena un anno dalle presidenziali, che fosse il comitato a intascarsi i meriti delle riforme. ERA AVVENUTO COSÌ, del resto, anche dopo la grande mobilitazione del 2019: grande disponibilità al dialogo a parole, molti incontri,...