Nel fitto calendario della 35° edizione del festival MilanOltre, presenza folgorante dei primi giorni Enzo Cosimi, artista che da quarant’anni inietta vitalità e varietà di affondo in un segno fedele a se stesso e nel medesimo tempo propositivo di spostamenti di prospettiva.
È così approdata anche a Milano la seconda tappa della Trilogia della vendetta sull’Orestea, quel Coefore Rock&Roll che chiuse in anticipo causa Covid il festival RomaEuropa del 2020, rielaborata ora nella sua anima di lavoro site-specific per gli spazi del PAC di Milano. Questa volta Cosimi ha potuto coinvolgere insieme ai suoi quattro super protagonisti, Alice Raffaelli, Roberta Racis, Francesco Saverio Cavalieri e Luca Della Corte, un folto numero di giovani danzatori che causa pandemia aveva dovuto ridurre al debutto. Selezionati dall’Accademia Susanna Beltrami/DanceHaus, il cast si completa con nove incalzanti erinni in nero e quindici figuranti. Musica dal vivo di Lady Maru, disegno luci di Gianni Staropoli, drammaturgia firmata da Cosimi con Maria Paola Zedda.

LA SERATA è umida per la pioggia appena scesa, il pubblico è tanto. Per il PAC è l’inizio di una progettualità tra danza e arti visive che con Cosimi e MilanOltre ha puntato su un site-specific itinerante. Si comincia nel giardino: gli spettatori scoprono il mood del concerto-performance osservando il contesto dall’esterno lungo le vetrate. Figure nere incappucciate, gli sguardi pungenti di Raffaelli e Racis intercettati come schegge tra le teste degli spettatori. Si entra. I luoghi della performance sono vari, i più ampi sono lunghi corridoi disposti su due livelli, il pubblico si muove nel mezzo. Un’altra stanza si apre in una luce rossa. Per terra, sparsi gli oggetti, peluche di un’infanzia lontana e tradita, vecchie coperte all’uncinetto.La terza parte del progetto sulle «Eumenidi», sarà il 10 novembre a Romaeuropa Una figura in nero, distesa a terra con chitarra. In Coefore la tragedia di Eschilo pulsa sottotraccia non come racconto ma come furibondo moto energetico, ritmico, anima della vendetta, del dolore, del rimpianto, del tradimento, dell’atto dell’uccidere, del predire disgrazie e piangere su una tomba. Raffaelli e Racis, Cavalieri e Della Corte, insieme, sono tutti e nessuno: Elettra, Clitemnestra, Oreste, Pilade, riversati in una folgore di impulsi contrastanti che la danza, la coreografia, il ritmo punk, esplosivo della musica rendono abbacinante nella comunicazione. Raffaelli traina con una voracità e nitidezza di segno che la confermano tra le danzatrici più interessanti della sua generazione, potenti al suo fianco Racis e il resto del quartetto.
Cosimi cita per la scena un timbro alla Mike Kelley, scultore, musicista, scrittore radicale, portavoce della controcultura americana. Un graffio pop, che però, in quelle coperte indossate dai protagonisti sulle spalle, si riallaccia anche a uno dei lavori cardine della trilogia precedente di Cosimi, quel La bellezza ti stupirà con per protagonisti gruppi di homeless, in cui il tema dell’eroe, caro all’artista da sempre, brillava con dignità nella povera gente. Qui però l’eroe ha la possibilità politica di combattere e di attraversare, anche a costo della morte, il proprio destino. Ed è un focoso viaggio di resistenza che il pubblico ha abbracciato con calore.