Guerra ai poveri per restituire il decoro al centro storico. Quelle scene che in nessuna città si vorrebbero vedere, si sono viste a Torino. Ieri, sono stati sgomberati e identificati alcuni clochard che dormivano sotto i portici tra via Viotti e piazza Castello e tra corso Vinzaglio e via Cernaia. Costretti a buttare nella spazzatura, con l’invito a «fare in fretta», le proprie coperte, i viveri, i cartoni per ripararsi dal freddo e gli oggetti personali, davanti agli agenti. Il tutto è avvenuto nell’ambito di una operazione della polizia in collaborazione con i vigili urbani.

D’altronde, non era stata casuale l’uscita di alcuni giorni fa del comandante della polizia municipale Emiliano Bezzon che aveva invitato i cittadini a non fare l’elemosina agli homeless perché «per queste persone il centro è un bancomat», sostenendo che a loro raccontano che «stanno bene e guadagnano bene» e se «non beccassero un euro, arriverebbero a cercare noi vigili, la Caritas, e verrebbero aiutati». Frasi, poi, stigmatizzate in consiglio comunale dalla consigliera de La Sinistra Eleonora Artesio («La città utilizza la logica dell’assedio, secondo la quale le persone vengono private delle condizioni minime di sussistenza perché accettino quanto proposto dalla amministrazione. Se ci si ritrova in una vita di strada, ci sono all’origine diritti negati, a partire da casa e lavoro»), dal Pd ma anche da due consigliere «non allineate» del M5s come Maura Paoli e Daniela Albano. Il comandante è stato, invece, difeso dalla vicesindaca Sonia Schellino e dalla sindaca Chiara Appendino: «Fare l’elemosina ai clochard è rischioso e non è la soluzione, lo dico da anni», precisando che «dare denaro a chi sta in strada, finisce per alimentare, non sempre, dipendenze o nella peggiore delle ipotesi racket».

Qualcosa bolliva in pentola ed è emerso prima di ieri già lunedì con le indiscrezioni sul «regolamento animali», che vieterebbe «su tutto il territorio del Comune utilizzare qualsiasi specie animale, sia domestica-selvatica-esotica, per la pratica dell’accattonaggio». Notizia che, riportata sulle pagine locali de La Stampa, ha sollevato polemiche e ha costretto la sindaca ad alcune precisazioni. Dopo aver etichettato frettolosamente la notizia come «fake news» e aver detto che «nessuno vuol togliere animali ai senzatetto» ha aggiunto: «Tuttavia sappiamo anche che, in alcuni casi, questi animali vengono sfruttati senza alcuno scrupolo esclusivamente per le pratiche di accattonaggio. Dietro questi fenomeni si possono celare racket e veri e propri traffici». Appendino ha evidenziato che «è qui che le autorità cittadine devono essere attente e pronte a intervenire».

L’escalation legalitaria a difesa del decoro è giunta così agli episodi di ieri mattina con la cacciata dei clochard dai loro giacigli. L’intervento è scattato in seguito agli esposti di alcuni residenti della zona, che hanno denunciato episodi di molestie da parte degli stessi clochard. A fine operazione è partita la sanificazione delle strade, effettuata dagli operatori dell’Amiat. Critiche sono arrivate dal Pd («prendersela con i fragili non onora la città», dice il capogruppo Stefano Lo Russo), dal Gruppo Abele e dalla Fiom («In questa fase di pandemia e di crisi economica e sociale che produce povertà e isolamento non è accettabile lo sfollamento forzoso delle persone senza fissa dimora dal centro con azioni di polizia estranee alla tradizione solidale di Torino», sottolinea Edi Lazzi). I 5 Stelle, tranne le già citate voci fuori dal coro, fanno blocco e respingono le accuse: «La nostra politica si è sempre rivolta ad aiutare chi è in difficoltà. Anche solo immaginare che si possano intentare “blitz”, “guerre” o “persecuzioni” di sorta a chi vive situazioni di profondo disagio è una follia».