«Non so come curare la vecchiaia» bisbiglia il cowboy Mike Milo al ragazzino che gli fa da aiutante, prima di rivolgersi alla moglie dello sceriffo che gli ha portato da esaminare un cane visibilmente anziano e fragile: «Fategli molta compagnia. Alla sera, magari lasciatelo dormire ai piedi del vostro letto». Un San Francesco improvvisato (più ironicamente lui sostiene di essere stato scambiato per il dottor Doolittle), in giacchino messicano ricamato (per non tradire il suo essere «gringo»), Milo è l’ultima incarnazione di Clint Eastwood. Novantun anni, ancora una volta davanti e dietro alla cinepresa, Eastwood ci dà un film che...