Tira un forte vento nazionalista al confine tra Italia e Francia, poco oltre il piccolo comune di Claviere. Con un sobrio commento ieri il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha respinto le scuse delle autorità francesi e ha definito quanto accaduto venerdì scorso – il “rilascio” di due migranti in territorio italiano – «vomitevole».

«Chi erano questi immigrati? Da dove venivano? Perché sono stati abbandonati?», ha chiesto Salvini. «E ancora: per la civile Parigi è normale scaricare delle persone nei boschi? Perché i francesi parlano di gendarmi che non conoscevano la strada, se poi il furgone è rientrato nel proprio paese a gran velocità e senza esitazioni? Andremo fino in fondo. Siamo di fronte a una vergogna internazionale Non accettiamo le scuse«.

Una fonte dell’Eliseo, riportata dal sito de «Le Figaro», ha riposto a Matteo Salvini: «Si tratta di una strumentalizzazione politica, fatta senza relativizzare il contesto. Gestiamo insieme una frontiera comune e puntualmente, dalle due parti, ci sono piccoli incidenti deplorevoli, di cui abbiamo dato atto». La controreplica di Salvini: «Non ci interessano le giustificazioni, per altro ridicole. La gendarmeria è abituata a scaricare delle persone in mezzo al nulla? L’ha fatto anche con dei minori?».

Il ministro forza sull’errore della gendarmeria dettato da sicumera, giunta al punto di abbandonare due uomini lontano da un centro abitato e senza comunicazione alle autorità. Gli accordi che permettevano di riportate indietro i migranti, previa autorizzazione, sono stati cancellati dal blitz della Gendarmeria a Bardonecchia della scorsa primavera.
Ieri sono comparse nuove prove che testimoniano il trasportodei migranti da parte dei gendarmi francesi a Bardonecchia nello scorso dicembre, nonché la denuncia, da parte di due cittadini italiani, di un controllo operato presumibilmente da militari d’oltralpe in territorio italiano. Secondo le testimonianze rilasciate ai carabinieri da una coppia residente a Claviere – più di due mesi fa – quattro uomini con tuta mimetica e giubbotto anti proiettile avrebbero operato un controllo con richiesta di documenti nella zona di Cesana Torinese, quindi in territorio italiano.

Ai due uomini sarebbe stato impedito di proseguire la passeggiata, conclusasi con una convincente raccomandazione di silenzio.
Il procuratore capo di Torino Armando Spataro ha espresso l’intenzione di emettere un provvedimento investigativo europeo «confidando nella doverosa collaborazione dell’autorità francese»; per quanto concerne il “rilascio” nei boschi del 13 ottobre è stato aperto un fascicolo, al momento contro ignoti, in cui è contestato il reato di «trasporti di stranieri nel territorio dello Stato con atti diretti a procurarne illegalmente l’ingresso in Italia». «Non risulta che in nessuno dei due episodi le autorità italiane siano state poste a conoscenza da parte di quelle francesi di controlli preventivi e nemmeno di quanto avvenuto» sostiene il procuratore Spataro.

Si sta ricomponendo un quadro, per altro coincidente con le numerose testimonianze di questi giorni, di un meccanismo automatico con cui i migranti intercettati in territorio francese venivano fermati e «rilasciati» in Italia.