Il «popolo di Comunione e Liberazione» da domenica torna a Rimini per l’edizione numero 39 del Meeting. Senza il premier Giuseppe Conte e con la consueta scia di devoti berlusconiani, del Pd e della Lega. Niente inviti al M5S: tre anni fa Mattia Fantinati dal palco aveva puntato l’indice sulla «più potente lobby italiana».

È la vetrina della fraternità religiosa, della Compagnia delle Opere e della galassia di sigle che ruota intorno alla «sussidiarietà nazionale».

Nel 2018 il Meeting mette a tema la Regola benedettina: «Chi è l’uomo che vuole la vita e desidera vedere giorni felici?». Dietro le quinte, però, la chiesa nella chiesa traduce papa Francesco a modo suo. E nella Repubblica orfana di certezze allarga il fossato fra welfare costituzionale e «supplenza» a senso unico.

DEL RESTO, Maurizio Lupi presidente dell’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà ha già raccolto 200 firme in calce al documento che ammonisce: «Non è più possibile fare le cose come si facevano prima. Si deve fare altro. Da dove ripartire?».

Il testo risponde con cinque sfide precise: il rinnovamento del sistema produttivo; il Sud come centro dell’Europa; scuola e università nel segno della «parità educativa»; più «privato sociale» nel sistema di assistenza; «regionalismo differenziato» come nuova frontiera istituzionale. Dibattito cruciale lunedì mattina al Meeting con il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti, Graziano Delrio (Pd), Mariastella Gelmini (Fi), Massimiliano Romeo (Lega) e Gabriele Toccafondi (Civica Popolare).

A Rimini la vecchia guardia di CL arriva sull’ottovolante. Accantonati Roberto Formigoni (francescano controvoglia…) e don Mauro Inzoli (condannato per pedofilia), provano a rilanciarsi gli interpreti del «sistema lombardo-veneto».

Nella business della logistica spicca l’ingegner Renzo Sartori che da un anno guida Number 1 Logistics Group ma è anche vice Presidente di Assologistica e soprattutto membro dell’Osservatorio del Politecnico di Milano. È andata peggio al suo uomo di fiducia: Floriano Pomaro ha appena patteggiato 2 anni e 11.500 euro di multa nell’inchiesta sui migranti ridotti in schiavitù all’Interporto di Padova.

LUCI E OMBRE anche nel settore del turismo. Graziano Debellini ha lanciato in orbita TH Resorts: nella cornice del Planibel di La Thuile il 24 febbraio ha «incorporato» Gaetano Casertano con un’operazione finanziaria che coinvolge Cassa Depositi e Prestiti, la cassaforte ISA della diocesi di Trento e la società di gestione del risparmio Antirion.

Un investimento pubblico da 20 milioni di euro per il 46% della società, lo stesso peso della compagine ciellina che nel recente passato ha clonato una società anonima in Lussemburgo e poi il trust in Nuova Zelanda. Già sbarcata in Puglia, la «nuova TH» punta ora alla ristrutturazione turistica dell’ex ospedale a mare del Lido di Venezia.

Poi c’è il tradizionale tavolo della sanità «sussidiaria». Il modello Lombardia ha lasciato in eredità un lungo strascico di fallimenti a carico dello stato: dal crac del San Raffaele a Lady Dentiera Maria Paola Canegrati, dal tandem Antonio Simone & Pierangelo Daccò alla Fondazione Mantovani fino agli arresti in primavera di quattro primari a Milano.

Senza dimenticare che un paio di mesi fa prefettura e Comune di Milano hanno disposto il ritiro della licenza del ristorante al 20° piano del World Join Center, in base alle indagini Dda sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella torre.

Risale, invece, al 2 agosto scorso l’operazione con cui la Fondazione per la Sussidiarietà (presieduta da Giorgio Vittadini) si rafforza nella società editoriale cui fa capo ilsussidiario.net, quotidiano ciellino on line.

Un piccolo esercito di legali e commercialisti ha provveduto alla cessione delle quote da parte di Advantage GFC Advisors Srl con sedi a Milano e in Boulevard Royal, 5 in Lussemburgo.

Infine, al Meeting di Rimini verrà rinnovato l’appello a sostegno del «Piano Marshall per l’Africa». Monsignor Silvano Maria Tomasi, ora membro del dicastero vaticano per lo sviluppo umano integrale ed ex ambasciatore della Santa Sede all’Onu, è in perfetta sintonia con chi a Bruxelles invoca 40 miliardi di euro di budget finora rimasti sulla carta.

Aggiornamento del 17 novembre 2018

Questo articolo è stato modificato per il rispetto del diritto all’oblio di uno dei soggetti coinvolti.