Un «congresso-ombra», ma detto con ironia visto i non smaglianti precedenti dei governi-ombra di Occhetto e Veltroni. Lo lancia il candidato Pippo Civati. «Lo chiamo così perché nel Pd tutto è un po’ umbratile: non si sa molto del congresso, le notizie ’trapelano’. Visto che non si discute del Pd cominciamo noi».

Civati, cos’è un congresso-ombra?

Tre cose. La prima: un questionario inviato agli iscritti e ai segretari di circolo per farci raccontare qual è lo stato del Pd. Sulla linea politica più o meno stiamo discutendo, sul partito no. Secondo: chiederemo di dare a tutti i militanti la possibilità di accedere al bilancio del Pd e capire come si spendono i soldi – comunicazione, funzionari – e cosa cambierà. Sono usciti sui giornali dei ’dossier’: possiamo invece essere informati? Terzo, un bando per la comunicazione. Da sei mesi il Pd non comunica niente: né manifesti né slogan. Chiediamo idee a tutte le strutture del Pd, creativi compresi: evitiamo i commissari nascosti. Insomma, iniziamo il dibattito congressuale. Non mi sono candidato per me ma per discutere dei problemi. Immagino una campagna elettorale partecipata, non solo interviste in tv. Né mi piace l’idea dell’one man show.

Il funzionario del Nazareno le risponderebbe: primo, il congresso inizierà dai circoli. Da ottobre la base discuterà.

Non si può aspettare un altro mese. Cominciamo ad agire pratiche congressuali. Il congresso è già stato rinviato: potevamo chiuderlo ad ottobre. Era meglio, anziché farlo sui giornali. Si fanno le feste e non ci sono ancora le regole.

Quanto al bilancio del Pd, è online. Non le basta?[

La mia non è una richiesta maliziosa. Una cosa è la pubblicazione del bilancio, una cosa è renderlo comprensibile. Sia chiaro: non sono per l’abolizione del finanziamento tout court. Sono contro il rimborso elettorale automatico. Ma se ci chiedono: a che ci servono i soldi, cosa rispondiamo? Servono informazioni precise. Anche su chi sono i nostri iscritti.

Il funzionario del Nazareno risponderebbe: sono dati sensibili, mica possono girare.

Anche io sono sensibile, ma è utile sapere a chi ci rivolgiamo: più anziani o più giovani, più iscritti storici o più nuovi?

Cosa pensa della transumanza dei dirigenti verso Renzi?

È sopravvalutata. Io incontro molta attesa. C’è chi ha fatto la svolta renziana, chi pensa a me o a Cuperlo. E anche chi si aspetta un nuovo candidato.

C’è un candidato fantasma?

Credo di sì. Diciamo la verità: il motivo per cui è stato rinviato il congresso è che una certa area non aveva il candidato.

L’area di Bersani, Epifani e Franceschini?

È anche un motivo politico serio. Abbiamo rimandato il congresso per prendere le misure in una situazione politica innaturale.

Trovato l’accordo sull’Imu, per Letta ora il governo non ha più scadenza. Per lei fno a quando dovrà durare l’esecutivo?

Facciamo la legge elettorale in tempi ragionevoli. Dopo aver definito la legge di stabilità, ma già al congresso, guardiamoci negli occhi e decidiamo se il governo va avanti ad libitum o se torniamo al voto in primavera, anziché passare un altro anno a cercare di superare scogli insormontabili. Diamo a Letta una via di uscita seria e onorevole. Lo dico da sempre, ma prima ero molto isolato. Ora tutti si sono rimangiati il voto contro la mozione Giachetti sul porcellum.

Legge elettorale e poi al voto. Lo dice anche Veltroni.

Posso fare quello che lo diceva prima? Un governo così, che sospende la dialettica democratica, che ’pacifica’, che viene dal pasticcio monumentale dei 101 – sa quanti mi chiedono: chi sono?, come facciamo a non ricandidarli? bisogna parlarne – e da due anni di larghe intese alla Monti, deve darsi un orizzonte temporale contenuto e definito. Capisco però che il ceto politico scadenze non se ne vuole dare.

O si vota a febbraio o niente. Dopo c’è il semestre di presidenza italiana della Ue.

Il semestre non è il ramadan della politica. Non facciamola diventare una categoria religiosa. Letta lo può preparare ora e poi passare la mano. O ricandidarsi, se vorrà.

Lei non ha ‘grandi elettori’, per ora. Così pensa di andare lontano?

I miei elettori sono ragazzi giovani e simpatici. Ho fatto una scelta considerata da molti improvvida e scriteriata. C’è persino chi diceva che non mi posso candidare a congresso perché non ho votato la fiducia a Letta. Ma era luglio, faceva caldo e a qualcuno è scappata la frizione.