«Il sistema attualmente previsto per la designazione del sindaco metropolitano non è in sintonia con le coordinate ricavabili dal testo costituzionale, con riguardo tanto al contenuto essenziale dell’eguaglianza del voto quanto all’assenza di strumenti idonei a garantire il potere di controllo degli elettori locali». Lo ha scritto la Corte costituzionale in una sentenza con la quale ha giudicato inammissibile il ricorso di un elettore siciliano contro la norma che (in Sicilia come nel resto d’Italia) prevede che il sindaco della città capoluogo sia automaticamente il sindaco della città metropolitana. Ricorso inammissibile, perché spiega la Corte, accoglierlo richiederebbe riscrivere la legge elettorale per gli enti locali di area vasta (province e città metropolitane) cosa che i giudici non possono fare. Ma problema di fondo più che centrato, tant’è che la Corte ha raccomandato al legislatore di intervenire per sanare la condizione di inferiorità degli elettori residenti nei comuni diversi da quello capoluogo.