«Dal Presidente Draghi parole altissime e sagge, che ci confortano. Siamo uno stato laico, che legifera senza interferenze esterne. Mi sento di ringraziarlo». Monica Cirinnà, senatrice Pd e madre delle unioni civili, non si aspettava parole così forti dal premier sulla legge Zan. Un discorso che ridà fiato ai difensori della legge contro l’omotransfobia dopo la botta arrivata mercoledì dal Vaticano.

L’ha stupita l’intervento diretto della Santa sede?

Mi ha molto sorpreso, non era mai accaduto prima, neppure su aborto, divorzio e unioni civili. Era intervenuta la Cei, anche in modo pesante, non lo Stato Vaticano. Qui è come se la Francia o la Germania fossero intervenute su una legge all’esame del nostro Parlamento. Ma direi che il premier ha chiuso l’incidente.

La capigruppo del Senato non ha approvato il calendario all’unanimità. Ora sarà l’aula a decidere se e quando votare la legge.

Voteremo il calendario. Italia viva ha assicurato che starà con noi, abbiamo i numeri.

Siete aperti a modifiche del testo?

Su tutti i punti sensibili la mediazione è già stata fatta alla Camera. Penso all’articolo 4 che tutela la libera espressione di opinioni. All’articolo 1 che cita anche l’identità di genere. Tutti gli emendamenti votati a Montecitorio sono stati concordati con Italia Viva, portano la firma di Lucia Annibali; sull’articolo 7 che riguarda le iniziative per la giornata contro l’omobilesbotransfobia il testo è stato concordato anche con Francesco Paolo Sisto di Forza Italia. Non ci sono altre mediazioni possibili.

Niente tavolo con la Lega e altri partiti contrari?

Appena si fissa la data del voto in aula il tavolo lo facciamo. Ma di certo chi incita all’odio contro la comunità lgbt non potrà avere aggravanti generiche come chiede il testo del centrodestra a firma Licia Ronzulli. Significherebbe annacquare la legge.

Non vede rischi di censura per il mondo cattolico?

Assolutamente no. La legge Zan interviene sulla Mancino, che è in vigore dagli anni 90: se fosse una legge bavaglio qualcuno l’avrebbe già portata davanti alla Corte costituzionale. Nel testo Zan, rispetto alla Mancino, abbiamo persino eliminato tra le ipotesi di reato la «propaganda» di idee ostili al mondo lgbt, lasciando solo «istigazione a delinquere e atti discriminatori e violenti». Un prete potrà tranquillamente dire cos’è per la Chiesa la famiglia, se invece dovesse invitare i fedeli a prendere a botte le coppie gay commetterebbe un reato. Chiaro no?

Correrete il rischio di andare in aula senza un accordo?

In battaglia si può vincere o perdere, prima non si può sapere come finirà.

Non teme i voti segreti?

Per il Pd se la legge cadesse sarebbe una grave sconfitta, se qualche nostro senatore vorrà colpire il partito se ne assumerà la responsabilità. Ma non credo accadrà.

E i piddini dubbiosi?

Con gli ordini del giorno potremo affrontare alcuni aspetti, chiarendo che le donne non sono una minoranza e che questa legge non ha nulla a che vedere con quella sulla procreazione assistita. Sarà un modo per smascherare le bufale di Salvini, il cui vero obiettivo è cancellare la legge Mancino tout court.

I renziani vi seguiranno?

Se il capogruppo in Senato Faraone vuole sbugiardare il lavoro fatto dalla ministra Elena Bonetti e da Annibali si accomodi pure. Auguri. Dopo quello che ha detto Draghi mi pare improbabile. Ho visto che Renzi lo applaudiva.

Si fida di Renzi? O pensa che stia brigando col centrodestra per alleanze locali?

Credo che manterranno la parola, separando la tattica politica da questo tema. Sono certa che Matteo sappia che strappare sull’omofobia sarebbe un boomerang. Tanto più dopo le parole di Draghi.

Sulle unioni civili lo scontro in Aula fu evitato con la fiducia. E stavolta?

Voteremo, articolo per articolo. Se la vecchia maggioranza del Conte 2 tiene senza defezioni i numeri ci sono. E conto anche sui liberal di Forza Italia.

La legge passerà in Senato prima dell’estate?

Sicuramente. In autunno ci sono le amministrative, poi la sessione di bilancio, non ci sarebbe tempo. Per questo bisogna procedere rapidamente.