«Cipria», storie di donne tra fantasia pubblicitaria e realtà quotidiana
Cinema Giovanni Piperno e Anna Villari firmano un lavoro basato su materiali d’archivio e racconti scritti per un concorso del 1941. Con la voce narrante di Lucia Mascino, è in tour nelle sale a Roma, Napoli, Perugia
Cinema Giovanni Piperno e Anna Villari firmano un lavoro basato su materiali d’archivio e racconti scritti per un concorso del 1941. Con la voce narrante di Lucia Mascino, è in tour nelle sale a Roma, Napoli, Perugia
«Mi chiamo Maria Andrea Giraudo Baretto. Ho 38 anni, sono nubile e questa che racconto è la mia vita». La voce suadente di Lucia Mascino scorre su fotogrammi in bianco e nero: comignoli fumanti di fabbriche, ticchettio delle macchine da scrivere, il caos della città; in contrasto, filari di viti rigogliose, la raccolta dell’uva; primi piani di una donna in abiti novecenteschi. Come un fiume lento e tranquillo, le immagini si susseguono in un sovrapporsi di epoche e persone, creando un corto circuito che sembra sospensione onirica.
La redazione consiglia:
La rinascita delusa della bella gioventùDai ritrovamenti di alcune delle storie sulla «Gazzetta illustrata», rivista settimanale della «Gazzetta del popolo» di Torino, Villari ha ricostruito tutta la vicenda. Nessuna traccia del film, probabilmente sospeso per l’inasprirsi del conflitto.
È QUI che inizia Cipria. Un viaggio immaginifico, lieve, di scavo e equilibrato montaggio, che si nutre di materiale di repertorio – quattro gli archivi usati, Luce, Homemovies, Cineteca sarda, Cinema d’impresa d’Ivrea, moltissimi quelli consultati dal regista –, a partire dalle storie (scritte) di tre donne. La protagonista, («Una donna che lavora», poi diventata «Vita ai margini», vincitrice del concorso) Maria Baretto, è la figlia di un ricco contadino che ha studiato: decide di trasferirsi a Torino come impiegata specializzata in un’officina meccanica. Fa carriera, rifiutando un matrimonio di convenienza e tenendosi stretta la sua indipendenza economica. Donata Falchi («Ciclone alla Filippine»), giramondo in cerca di un amore libero; Zefferina Bianco («La bimba del circo») è figlia di uno stupro: sua madre s’innamora di un circense che la adotta e la fa diventare la più piccola danzatrice e macchiettista d’Europa. Storie di donne in movimento, sorprendentemente emancipate e vicinissime a noi, nel rifiutare il modello preconfezionato e asfittico di un’epoca in cui «per un uomo era più facile accettare che una donna facesse tardi di ritorno dal parrucchiere, e non dal lavoro». Modernissimo anche il gusto di chi le selezionò, consegnando ai posteri frammenti inediti di vite vissute oltre ottant’anni fa, prima che il mondo cambiasse.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento