Un manifesto che riunisce sessanta librerie per ragazzi e che chiama a raccolta anche gli editori indipendenti, per interrogarsi sulla riapertura delle librerie in Italia, cercando strategie di sopravvivenza e rilancio. È così che è nato il documento del Circuito Cleio – approvato a maggioranza – condividendo alcuni punti operativi per arginare la crisi generata dal diffondersi del Covid19. L’obiettivo, spiegano, «è che queste proposte possano essere prese in considerazione dalle istituzioni e arricchirsi del sostegno di altri librai, pur se non aderenti al circuito Cleio».

Sono cinque le idee che forniscono l’ossatura del documento. La prima riguarda la lettura a scuola, in riferimento anche alla nuova legge che «ritrova» la formazione e le biblioteche come soggetti. Si punta sull’«adozione alternativa al libro di testo», norma sconosciuta ai più. «Un’idea praticabile – sostiene il manifesto – potrebbe essere quella che dalla scuola dell’infanzia, addirittura dal nido, ogni bambino abbia un buono libro da spendere nelle librerie indipendenti per poterne acquistare uno diverso da quello di testo. Il buono, di importo piccolo, anche di 13/15 euro, potrebbe essere usato per comprare il libro scelto dall’insegnante, in accordo con il libraio». La lettura, infatti, sempre a carico delle famiglie, resta un fatto «esterno» e non ha piena cittadinanza dentro la scuola.

Un altro punto guarda invece al ruolo delle biblioteche: sarebbe auspicabile che non acquistassero più solo dai grossisti, ma anche dalle piccole librerie, seguendone i consigli. C’è poi il nodo dell’«e-commerce». In molti nel periodo di chiusura forzata, si sono organizzati con la consegna di libri a domicilio. Il risultato è stato interessante. Telefonicamente, per mail, via whatsapp molti librai hanno continuato a suggerire i libri e i lettori e lettrici li hanno accolti, mostrando gratitudine per la loro competenza. In più, si è potuto procedere con l’azzeramento delle spese di spedizione. Inoltre, editori e distributori hanno partecipato attivamente e collaborato economicamente. Una prova per «un e-commerce dal volto umano, quello del tuo libraio di fiducia».

Infine, il capitolo sugli incentivi alle librerie. Nell’ultima legge sul libro se ne parla ma poche librerie hanno potuto godere delle agevolazioni fiscali perché la quota percentuale di fatturato nella vendita dei libri richiesta per poterle avere è troppo alta. Si potrebbe pensare di poter avere detrazioni in misura pari al fatturato in libri o legate anche agli altri eventi culturali svolti.
Quinto punto, gli affitti e i locali commerciali. I comuni hanno in dotazione nel loro patrimonio dei negozi di categoria C1. Spesso vanno a bando e possono essere affittati da imprese private. Il suggerimento è che alcuni siano riservati per le librerie indipendenti, anche quelli situati in centro, così da assicurare una maggiore visibilità.