Ora che lo denuncia anche il ministro competente per la Transizione ecologica la polemica sull’aumento delle bollette elettriche scoppia fragorosamente. «Lo scorso trimestre la bolletta elettrica è aumentata del 20%, il prossimo trimestre aumenta del 40% – spara il ministro Cingolani durante un covegno della Cgil a Genova – . Queste cose vanno dette, abbiamo il dovere di affrontarle». Poi in poche parole spiega il suo perché della stangata in arrivo sugli italiani: «Succede perché il prezzo del gas a livello internazionale aumenta, succede perché aumenta anche il prezzo della CO2 prodotta».

FRASI CHE PORTANO A LEGARE l’aumento delle bollette al costo della transizione verde. In modo erroneo. Sebbene sulle stime dell’aumento c’è chi sostiene sarà del 30%, è sull’incidenza delle componenti e sul modo di attutirlo nel breve e nel lungo periodo che Cingolani dimostra la sua poca capacità, ormai sempre più contestata dagli ambientalisti.

Se è vero che il prezzo del gas si è quadruplicato dall’anno scorso e quasi triplicato da primavera per il boom della domanda dovuta al rimbalzo dell’economia post Covid – mentre l’offerta e le forniture sono in grande difficoltà -, ben diverso è il discorso sulla componente CO2, che va invece contestualizzata.

Per favorire la decarbonizzazione, le aziende che producono anidride carbonica (il principale gas serra), fra le quali quelle energetiche devono pagare quote di emissioni nel sistema europeo Ets. Il costo della CO2 nel mercato Ets, è ora a 62 euro per tonnellata, raddoppiato dal 2020.

MA SUL COSTO STELLARE DEL PUN – «Prezzo unico nazionale», riferimento dell’energia elettrica in Italia acquistata alla borsa elettrica, l’incidenza del prezzo del gas è di circa l’80% mentre quella del CO2 è solo del 20%.

E ancor più importante: è proprio il ritardo dell’Europa e dell’Italia nel puntare sulle energie rinnovabili a mantenere il peso del gas, da cui dipendiamo ancora troppo.

DIVERSO IL DISCORSO su come calmierare i prezzi di mercato. In Italia, i prezzi del metano e della corrente sul mercato tutelato sono fissati all’inizio di ogni trimestre da Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Nel terzo trimestre del 2021, a luglio, il costo dell’elettricità era aumentato del 9,9%, e quello del gas del 15,3%. Ma la bolletta elettrica sarebbe salita addirittura del 20%, se il governo non fosse intervenuto per calmierarla. In pratica, ha usato 1,2 miliardi ricavati dalla vendita di quote di emissioni nel sistema Ets per abbassare la stangata per i cittadini. Ora, per il quarto trimestre, che comincia a ottobre, l’Arera deve di nuovo aggiornare le tariffe. Solo che il prezzo del gas e le tariffe del carbonio sono salite ancora dal primo luglio.

Cingolani non affronta assolutamente il tema. E viene duramente criticato da Sinistra Italiana. «Il ministro conferma ciò che stiamo dicendo da giorni: da ottobre le bollette elettriche in aumento del 40%. Questa cosa è inaccettabile – afferma il responsabile nazionale economia di Giovanni Paglia – . Il governo deve intervenire immediatamente su Iva e accise, e poi convocare Enel e gli altri operatori per ridurre tariffe e profitti: le famiglie italiane hanno già dato», conclude Paglia.

PARADOSSALMENTE IL BOOM del costo del gas ha un effetto positivo sull’uso delle rinnovabili: riduce il gap fra i costi e rende super conveniente investire in queste tecnologie. Ma neanche questo il ministro Cingolani si è sentito di sottolineare.