Riparte il «Ca’Foscari Short Film festival» che dal 20 al 23 marzo torna ad occupare con la sua vivacità la città di Venezia partendo dall’Auditorium Santa Margherita, fulcro della vita universitaria, per poi estendersi in diversi palazzi storici rappresentati da importanti istituzioni come il Museo Archeologico Nazionale, la Fondazione Bevilacqua La Masa e il Museo di Palazzo Grimani.

Non a caso anche quest’anno Manuel Fior, uno tra gli illustratori più apprezzati nel mondo, torna a collaborare con la manifestazione realizzando il manifesto della 14° edizione e proseguendo la sua passeggiata immaginaria tra le calli veneziane, dove un viaggiatore si addentra al chiaro di luna tra i canali della città delineati dai mattoni rossi dei palazzi storici e da ponti che conducono i viandanti in un viaggio nel passato e nei segreti custoditi dalla città di Venezia.

Il corposo programma del festival vedrà impegnati centinaia di studenti provenienti da tutte le facoltà del Ca’foscari che, sotto l’attenta guida della direttrice artistica e organizzativa Roberta Novielli, accompagneranno il pubblico alla visione del Concorso Internazionale, cuore della manifestazione incentrato sulle opere dei giovani studenti provenienti dalle più importanti scuole di cinema di tutto il mondo.

Quest’anno sono trenta i corti che raccolgono lo sguardo dei registi sul mondo e sulle loro inquietudini, racconti che analizzano i temi più urgenti del presente come la guerra che dilania la società e distrugge il futuro dei più piccoli: in The Sweetness of Air di MD Rabbi Bhuiyan, un piccolo orfano vaga in un mondo distrutto dalla guerra alla ricerca di proiettili da scambiare con un venditore di zucchero filato, rappresentazione della vita e della pace, mentre di notte si rivolge ad una donna vestita di nero chiamandola «madre» che rappresenta l’esperienza della morte da parte del bambino. Anche il regista siriano Mohamad W. Ali affronta in Father’s Footsteps il tema della guerra attraverso la tenacia di una madre che, in una piccola casa trivellata dai colpi di mortaio, protegge il figlio dagli attacchi che incombono dall’esterno e dalla perdita del padre cercando d’incarnare la figura paterna.

In una forma poetica il regista racconta il dolore attraverso l’assenza, lasciando volutamente fuori dall’inquadratura la guerra e la morte che si percepiscono attraverso la solitudine dei due protagonisti. Al centro dei lavori dei giovani registi emergono con forza le riflessioni sui rapporti famigliari come nel corto Fragments of us di Ido Gotlib, in cui il protagonista Samuel rivive i momenti che hanno plasmato il suo rapporto coi genitori, grazie a una terapia sperimentale basata sui suoni che permette di rivivere i propri ricordi. Attraverso la memoria del ragazzo, il regista pone lo spettatore difronte a tematiche universali come la morte, le difficoltà nei rapporti e le pressioni sociali, restituendo un ritratto di famiglia complesso. Il giovane Dielli, protagonista dell’omonimo corto di Dritero Mehmetaj, deve affrontare il difficile rapporto con il padre che dopo la perdita della moglie, lotta contro la dipendenza dall’alcol. Il regista esplora con delicatezza e consapevolezza le difficili dinamiche famigliari, dove il perdono e il senso di appartenenza possono salvare il fragile legame tra padre e figlio.

Alle proiezioni del Concorso Internazionale, il festival alterna focus e incontri con ospiti speciali come l’omaggio a grandi autori del cinema come Liliana Cavani che nella sua lunga carriera ha indagato la società italiana attraverso i suoi lavori per le reti TV, ma soprattutto ha esplorato l’animo umano, tra luci e ombre, grazie a film come Il portiere di notte, La pelle, Interno Berlinese e la serie su San Francesco d’Assisi; e il regista Philippe Le Guay, autore eclettico della cinematografia francese che ha spaziato nei diversi generi: dal noir alla commedia con Trois huit e il celebre Le donne del 6° piano, fino a omaggiare il teatro in Molière in bicicletta.

Come sempre il festival dedica particolare attenzione al mondo dell’animazione e quest’anno porta sul palco dell’Auditorium Santa Margherita l’animatrice inglese Joanna Quinn con Beryl, il suo personaggio più celebre che ha portato l’illustratrice alla fama internazionale con Girls’ Night Out.

Tra gli ospiti internazionali presenti durante le giornate del festival spicca la regista e fotografa giapponese Mika Ninagawa, famosa per l’uso di colori accesi e psichedelici con cui ritrae in particolare fiori e figure femminili. Ninagawa trasporta i suoi colori vividi anche nel cinema realizzando pellicole dal forte impatto visivo e sensuale come in Sakuran live action dell’omonimo manga, dove la giovane e bellissima cortigiana Kamuro si ribella alle regole del quartiere a luci rosse; mentre in Helter Skelter la regista conduce il pubblico in un viaggio onirico all’interno della moda, dove l’ossessione per la bellezza è un turbinio di perversioni e deliri che porta a riflettere sull’oggettificazione delle donne nella società moderna.