Con la primavera e l’allungarsi delle giornate il pensiero corre irrimediabilmente ai ponti che si avvicinano e il count-down per le ferie è iniziato. Alzi la mano chi non ha ancora aperto Maps per immaginarsi la prossima fuga dall’ufficio o dalla fabbrica, solo che quest’anno la situazione geopolitica internazionale, un minimo di coscienza ambientale e la contingenza economica impongono un ripensamento perché alcune mete sono diventate inavvicinabili, sconvenienti o fuori budget.

A QUESTO POI SI AGGIUNGE L’EFFETTO NOIA: chi ha voglia ancora di lasciarsi brasare al sole in una distesa infinita di asciugamani adagiati sulla battigia correndo il rischio di incontrare il vicino di casa o di sentire le telefonate del manager che non riesce a staccare neppure in spiaggia? Viviamo in una società caotica e rumorosa, iperconnessa e alienante: il lavoro e le incombenze quotidiane ci impongono giornate sempre uguali a se stesse e il rischio è che anche le vacanze finiscano per essere il momento della standardizzazione. Certo, mollare tutto per rincorrere il sogno adolescenziale di navigare i mari del sud come Corto Maltese non è percorribile, ma possiamo costellare i nostri fine settimana e le nostre vacanze di microavventure che ci sappiano riempire di emozioni e di momenti indimenticabili.

DA ITALIANI, GODIAMO DI UN VANTAGGIO enorme: viviamo in un paese incantevole, fatto di capolavori artistici e naturalistici che tutto il mondo ci invidia e basta uscire dalla porta di casa e percorrere pochi chilometri per trovare abbazie e foreste millenarie, borghi incantati, laghi e cascate, castelli e musei stracolmi di opere d’arte, parchi e aree protette, cascine e fattorie dove ancora si produce e cubina sotto il segno della tradizione. L’unica cosa è che tutto questo ben di Dio non si trova lungo le autostrade ed è più facile inciamparvici che non andarlo a cercare, ma per farlo occorre munirsi di curiosità e uscire là fuori, rallentando fino a raggiungere un ritmo che consenta di guardarsi attorno per poi fermarsi a esplorare ogni dettaglio che sappia catturare l’attenzione, ad abbracciare uno scorcio che in auto, probabilmente, non avremmo magari neppure notato.

LA DIMENSIONE CHE CONCEDE QUESTO LUSSO è quella del cicloturismo, un viaggiare lento che permette di esplorare tanto luoghi estremi, quanto il parco naturale fuori porta e che, da dimensione per avventurieri duri e puri, si sta sempre più trasformando in un fenomeno di massa che l’anno scorso ha portato più di 9 milioni di presenze in Italia e che è in costante crescita. Il motivo è da ricercarsi nelle innovazioni tecnologiche: da un lato le e-bike hanno democratizzato la salita e sono più disponibili sul territorio anche in formule a noleggio, dall’altro le app di navigazione, come Komoot, che permettono di trovare facilmente piste ciclabili propriamente dette o, per lo meno, strade a bassa densità di traffico.

A FACILITARE ULTERIORMENTE IL TUTTO si sta sempre più diffondendo la figura dell’accompagnatore cicloturistico, una figura in grado di guidare i turisti, assisterli in momenti problematici introducendoli alla conoscenza del territorio e sta crescendo esponenzialmente il numero di tour operator che offrono pacchetti di diversi gradi di difficoltà per pedalare in luoghi poco battuti ma meritevoli di scoperta, senza doversi curare degli aspetti logistici che sanno essere una gran scocciatura, soprattutto durante l’alta stagione.

E COSI’, PEDALANDO, SI TRASCORRONO le giornate lontani dallo smartphone, dentro paesaggi che ti riempiono di emozioni e di appetito da soddisfare con i piedi sotto il tavolo di osterie e taverne tradizionali che sembravano non esistere più.

L’ALTRO LATO DELLA MEDAGLIA E’ CHE, grazie al cicloturismo, si finisce per valorizzare l’arretratezza di quelle aree interne che, ignorate dai processi di industrializzazione, sembravano ormai destinate all’abbandono e si offre sollievo a quei territori cronicamente malati di overtourism. Quest’ultimo elemento è un’evidenza dimostrata internazionalmente nei 25 anni di storia di Eurovelo, la rete europea di ciclovie turistiche che si estende per 93.000 km e permette di attraversare da est a ovest e da nord a sud tutto il vecchio continente, Italia inclusa.

L’OBIEZIONE CHE VIENE NATURALE sollevare a questo punto è che forse tutto questo sarebbe plausibile nel nord Europa, ma in Italia siamo indietro e via di luoghi comuni sul Belpaese. Ma il nostro paese ha messo in atto una notevole accelerazione negli ultimi 7 anni: solamente negli anni compresi tra il 2016 e il 2017, l’Italia ha messo sul campo (tra risorse statali e regionali) la bellezza di 750 milioni di euro per lo sviluppo di una rete nazionale di ciclovie a cui sono stati aggiunti ulteriori 400 milioni di euro per lo sviluppo di infrastrutture per il cicloturismo grazie ai fondi del Pnrr.

GRAZIE A QUESTI FONDI SONO STATE realizzate infrastrutture in sede protetta come il tratto Verona-Bologna della Ciclovia del Sole, una buona parte della Ciclovia Adriatica e della Ciclovia Tirrenica, mentre altre regioni, come la Calabria, stanno sviluppando in totale autonomia percorsi come la Ciclovia dei Parchi della Calabria che unisce tutta la zona appenninica da Laino Borgo a Reggio Calabria lungo tutto l’Appennino sfruttando la viabilità locale.

L’UNICO ASPETTO NEGATIVO E’ CHE il cicloturismo provoca dipendenza. A confermarlo è uno studio condotto da un’associazione tedesca nel 2019 in cui hanno riscontrato che l’85% di chi ha provato almeno una vacanza in bicicletta è determinato a ripetere l’esperienza. Considerando poi che il turismo è responsabile dell’8% di tutte le emissioni di CO2 in atmosfera, scegliere la bicicletta per le proprie vacanze è anche un modo per alleggerire il proprio impatto sul pianeta senza rinunciare al piacere della vacanza e dell’esplorazione.

GIA’, MA DA DOVE SI COMINCIA? In rete c’è ormai l’imbarazzo della scelta, ma un buon punto di partenza può essere la Fiera del Cicloturismo, la cui seconda edizione si terrà sabato 1 e domenica 2 aprile a Bologna allo spazio DumBo, un catalogo di esperienze selezionate per chi è alla ricerca dell’ispirazione per una vacanza in bicicletta. L’ingresso è gratuito, previa registrazione.