I destini degli euroscettici di tutta Europa si incrociano a Bruxelles. Per un giorno, dopo l’onda di piena del voto dello scorso weekend, la capitale politica dell’Unione diventa il crocevia di chi si è fatto interprete nelle urne dei sentimenti tristi della crisi, quando non della xenofobia. Mentre Beppe Grillo incontra, ma senza alcuna ufficialità, il leader dell’Ukip Nigel Farage, Marine Le Pen riunisce le sue truppe in vista della formazione di un gruppo dell’estrema destra al parlamento europeo. Per entrambi, l’ipotesi di un’alleanza continentale sembra farsi più concreta.

Contestata, all’esterno del palazzo della Ue, da un migliaio di attivisti anti-razzisti, la leader del Front National incontra, a porte chiuse, i suoi alleati, prima di indire una conferenza stampa che dovrebbe fugare ogni dubbio sulla reale possibilità che il rassemblement nero veda effettivamente la luce.

Le Pen annuncia battaglia, attacca «l’Europa tecnocratica» e la «dittatura euro-tedesca», ma non svela il mistero: come farà a formare il “suo” gruppo? Intorno a lei siedono infatti solo i rappresentati di altre quattro forze euroscettiche: Matteo Salvini per la Lega Nord, Geert Wilders per il Partito per la libertà olandese, gli eletti del Vlaams Belang fiamingo e dei liberalnazionali austriaci. Per arrivare alla fatidica soglia delle sette delegazioni nazionali richieste, restano ancora due caselle da riempire.

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L’esponente dell’estrema destra francese si dice comunque convinta di potercela fare e ribadisce come «è fuori discussione che formeremo il nostro gruppo», spalleggiata da Salvini che aggiunge: «Cercheremo di ostacolare ogni nuovo progresso della Ue e bloccheremo ogni tentativo di maggiore integrazione europea».

Concretamente, il fatto che al primo appuntamento pubblico non si facciano vedere gli eletti di altri partiti europei, significa, con ogni probabilità, che le trattative sono ancora in corso e che “il calcio-mercato” degli euroscettici è in pieno svolgimento. Dopo la defezione dei nazionalisti slovacchi e bulgari che non hanno raggiunto la soglia di sbarramento nei loro paesi, con Le Pen potrebbero esserci i Democratici Svedesi, il Congresso della nuova destra polacca e i lituani di Ordine e giustizia. Almeno due su tre dovrebbero dirle di sì.

Sulla sua strada, il progetto della Lega e del Front National potrebbe però trovare un ostacolo non da poco: la concorrenza spietata di Nigel Farage che ha portato al trionfo elettorale lo United Kingdom Independence Party e che intende ora estendere la sua influenza anche al di fuori dei confini della Gran Bretagna, formando anch’egli un blocco euroscettico a Bruxelles.

In questa prospettiva, Farage ha incontrato ieri Beppe Grillo nella sede del parlamento europeo. Sull’appuntamento, rivelato in mattinata da un tweet di Salvini che aveva incontrato casualmente il leader 5 Stelle all’aeroporto di Malpensa, bocche cucite fino al tardo pomeriggio quando il blog dell’ex comico genovese ha riportato un virgolettato, evidentemente condiviso dai due esponenti politici, ma firmato «Ufficio Stampa di Nigel Farage».

«In una mossa che dovrebbe incutere timore ai burocrati di Bruxelles – si può leggere nel testo –, entrambi i leader hanno convenuto di iniziare immediatamente le discussioni al fine di formare un nuovo gruppo ed entrambi sono convinti dell’importanza della democrazia diretta in Europa per raggiungere il cambiamento». Inoltre, «hanno sottolineato che tutti i partiti politici dell’eventuale nuovo gruppo devono poter fare campagna elettorale in autonomia e votare come vogliono in un quadro di accordi di base».

Gli stessi Farage e Grillo che «hanno espresso pubblicamente fascino e ammirazione reciproca per il lavoro e lo stile delle campagne elettorali», sembrano siglare ufficialmente l’alleanza, dichiarando: «Se riusciamo a trovare un accordo, potremmo divertirci a causare un sacco di guai a Bruxelles», dice il leader dell’Ukip. «Siamo ribelli con una causa e combatteremo con il sorriso», gli fa eco quello dei 5 Stelle.

Resta da capire se e quando saranno fatte le pubblicazioni e come digerirà la cosa la base grillina che, ad esempio sul reato di immigrazione clandestina, aveva dato segnali decisamente diversi da quelli di un abbraccio con l’estrema destra europea.