Qualunque tentativo di comprendere il rapporto tra diritto e violenza si trova davanti a una doppia constatazione: da un lato, le forme del diritto mirano a impedire la proliferazione incontrollata della violenza, dall’altro la loro effettualità ne implica necessariamente l’esercizio. Parte da questo paradosso il libro di Christoph Menke, Diritto e violenza (Castelvecchi, pp. 144,€ 17,00) con un puntuale saggio del traduttore Giovanni Andreozzi, che ne inquadra la prospettiva giusfilosofica. Il merito di Menke sta proprio nel non volere sciogliere in maniera unilaterale la contraddizione che lega diritto e violenza, radicalizzandone invece le conseguenze al punto tale da raggiungere una...