«Un provvedimento contrario alla Costituzione. Illegittimo sul piano legale, inopportuno e politicamente violento sul piano dei principi»: è la sintesi che fa del decreto interministeriale che ha chiuso i porti italiani l’avvocato Salvatore Fachile, ricercatore sui temi della tratta internazionale e del diritto dell’immigrazione, coordinatore scientifico di progetti in ambito nazionale ed europeo, docente presso master universitari. Il punto controverso del provvedimento recita: «I porti italiani non assicurano i necessari requisiti per la classificazione di Place of safety, in virtù di quanto previsto dalla Convenzione di Amburgo, per i casi di soccorso effettuati da parte di unità navali battenti bandiera straniera al di fuori dell’area Sar italiana».

Fachile bolla il testo come illegittimo: «È un atto irrazionale quindi contrario all’articolo 3 della Costituzione perché prevede, tra le altre cose, un trattamento diseguale se la persona sia stata soccorsa da un mezzo italiano o da una nave straniera. Ma le due situazioni non possono essere trattate in modo diseguale se non in base a una ragionevole necessità e in questo caso non c’è. Non si può essere porto sicuro per chi è stato salvato da una nave italiana e non esserlo per chi è stato salvato da una nave straniera».

Non convince neppure il richiamo al rischio Covid-19: «Abbiamo l’obbligo internazionale di garantire il soccorso a chi è in emergenza, dire che non siamo più Pos significa violare un obbligo internazionale se non è vero – prosegue Fachile -. È razionale dire che l’Italia non è in grado di prestare soccorso, assicurare procedure di prevenzione ed eventualmente prendere in carico soggetti malati? Il sistema sanitario è già collassato al punto da non poter prestare soccorso e quindi sottrarsi a un obbligo internazionale? La risposta è fortunatamente no. L’Italia ha una Sanità in grado di verificare la condizione di alcune centinaia di persone che arrivano, stabile quarantene o ricoveri. Sottrarci a un obbligo internazionale è contrario all’articolo 117 della Costituzione».

L’emergenza Covid-19 quindi non basta? «Teoricamente, possono collassare tutti gli stati. Ci sono alcuni paesi, come l’Ecuador, dove è successo ma in Europa non è così. Sia l’Italia che gli altri paesi non possono sottrarsi sulla base di un pericolo astratto».

Il governo richiama la Convenzione di Amburgo: «Il provvedimento di fatto avalla la lettura della convenzione che aveva fatto Salvini quando era al Viminale. Anche la sinistra di governo, con il ministro della Salute Roberto Speranza, che è di Leu, si è allineata ai provvedimenti salviniani. La Lega aveva sfruttato l’articolo 19 della convenzione, che prevede la possibilità di bloccare il passaggio in mare in caso di pericolo. Salvini chiudeva gli accessi per costringere i paesi di bandiera delle navi ong a intervenire. Di fatto siamo tornati a quell’ottica. Il messaggio è identico: strumentalizzare il migrante per cambiare gli equilibri politici in Europa».