Si fa presto a dire Avengers. Oggi, tutti conoscono il super-gruppo pronto a macinare miliardi in tutti i multisala del villaggio globale nel sequel della pellicola dei record del 2012. Ma a conoscere la vera storia dei Vendicatori è lo zoccolo duro che ha imparato ad amarli a partire dal 1963 sugli albi realizzati dai golden boys Stan Lee & Jack Kirby e del leggendario inker Dick Ayers. Durante gli swinging sixties, fra le testate più in salute sotto il profilo delle tirature c’era Justice League of America, un albo nato con un altro titolo come ammucchiata fra le seconde linee della DC Comics Flash, Lanterna Verde, Martian Manhunter e Wonder Woman, e che sull’onda del successo aveva aperto anche a grossi calibri come Superman e Batman.

Ma accanto ai vecchi eroi, negli ultimi anni ne erano nati altri in grado di catalizzare le attenzioni del pubblico grazie al loro mix di super-poteri e super-problemi: erano quelli della Marvel, Casa delle Idee che era riuscita a intercettare e incarnare sogni e aspirazioni dei ragazzini dell’epoca ancor meglio della DC.

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I primi, timidi schemi di squadra di Spider-Man con la Torcia Umana dei Fantastici Quattro o con il detective cieco Daredevil avevano funzionato piuttosto bene. Perché, dunque, non tentare con altri eroi? Detto, fatto: recuperato Hulk dalla chiusura della sue testata «a solo» e coinvolti nell’impresa il dio norreno Thor, l’invincibile Iron Man, Ant Man l’uomo formica e la sua controparte femminile, Wasp, «I più potenti eroi della terra» sbarcavano nelle edicole per sventare i piani del perfido Loki. Il successo ottenuto dalla nuova testata al suo debutto fu talmente deciso e costante che quella dedicata agli Avengers è una delle poche testate ad aver attraversato più o meno indenne tutte le traversie occorse alla Marvel Comics nel corso dei decenni. Alla base del successo, una solida trama soap-operistica densa di intrecci, disvelamenti, scontri, agnizioni e amorazzi.

Ma anche una line-up irrobustita da eroi sempre aggiornati ai tempi. Come Capitan America, entrato nel gruppo dopo una lunga assenza dalle scene e perfetto interprete del reducismo tipico dei veterani delle campagne anticomuniste dello Zio Sam. O Pantera Nera, sovrano dell’immaginario stato africano di Wakanda e icona della Blaxploitation insieme all’eroe alato Falcon. O ancora l’eroina dal sapore LGBT She-Hulk o il mutante Bestia, nato sulle pagine di The Uncanny X- Men e poi passato ai vendicatori.

Last But Not Least, meritano un cenno le saghe che hanno offerto a Joss Whedon e soci tanto ottimo materiale di partenza per la trasposizione cinematografica degli Avengers presenti e passati. Ad esempio, il conflitto fratricida di Civil War, epica battaglia fra eroi apocalittici e integrati alla base del prossimo appuntamento cinematografico con Capitan America, attualmente in preproduzione.
Piccola curiosità: fra i fumetti pubblicati in Italia in edicola e fumetteria da Panini Comics c’è anche una miniserie in sei uscite di Brian Michael Bendis e Bryan Hitch intitolata proprio Age of Ultron.

Ma chi volesse intuire cosa succede nel film limitandosi a leggere il fumetto si sbaglia di grosso: la nuova moda transmediale inaugurata da serial del grande e del piccolo schermo come Batman, The Walking Dead o Il Trono di Spade prevede che cambiando l’ordine degli addendi il risultato offra grandi numeri. Formidabili ‘sti ammerigani.