Altro che fascismo di ritorno con democrature per contorno, qua a tapparci la bocca ci pensano i soliti compagni col «politically correct».
A carnevale ti pitti la faccia di nerofumo per cantare un vecchio blues? «cultural appropiation»! Non castri le vocali finali con un* schwa? sessista! Dici che Stanlio è secco e Ollio è chiatto? «body shaming»! Non vuoi sostituire tutto il parco auto mondiale con pattini a rotelle seduta stante? «green washing»!
E mò ci mancava solo il «victim blaming» per dare addosso al bravo Andrea Giambruno solo per aver detto che se di notte vede una bella ragazza ubbriaca in minigonna, un uomo normale finisce che non risponde più di sé.

La verità è che la Storia è piena di donne anche famose finite male perché se la sono andata a cercare, a partire da EVA che nel passaggio da costola a primadonna si fa così civettuola da pensare solo alla linea e rifiutare i frutti offerti da Adamo perché troppo zuccherini per mordere la mela fuorilegge perché dietetica; ma anche la regina delle amazzoni IPPOLITA che se magari non combatteva con le zinne da fuori a Eracle non gli veniva in mente di ucciderla per strapparle il famoso cinto e dare una sbirciatina lì sotto. Altra sciacquetta? CLEOPATRA, che dopo aver cornificato prima e fatto fuori poi il marito Tolomeo, passa dal letto di Cesare a quello di Antonio come nulla fosse: non stupisce allora che Ottaviano la eviti come l’aids istigandola piuttosto al suicidio. Non desti poi meraviglia che quando gli inglesi catturano GIOVANNA D’ARCO, il re francese non sgancia un tornese per riscattarla, e vorrei pure vedere: quella se n’andava in giro vestita da uomo proprio per ribadire che in Francia a portare i pantaloni, non era Carlo VII ma lei. Su CAPPUCCETTO ROSSO e ANNA FRANK stendiamo poi un pietoso velo: la prima andava da sola per il bosco con un provocante abitino rosso, la seconda -come risulta da un testo scritto da Marcello De Angelis quando suonava in una band- era ebrea. La giovane pakistana SAMAN ABBAS strangolata da mamma e papà? innamorata di un italiano; DAR’JA DUGINA saltata in aria nella sua auto? figlia di un filosofo russo fan dell’invasione dell’Ucraina. Ma le colpe più evidenti ricadono senz’altro sulle gemelline di Caivano che afforza son volute nascere a Parco Verde, noto fortino di camorra dove da sempre comandano impuniti gli orchi camorristi. Ma Piantedosi li aspetta al varco: come quelli fanno il passo falso di partecipare a un rave-party SBAM! li sbatte in galera e butta via la chiave.