Tutti i paesi occidentali, non solo quelli europei, hanno direttamente o indirettamente interessi energetici fortissimi in Russia. Ci sono contratti lucrosi di joint ventures con la Shell, la BP, varie compagnie tedesche, Eni, Statoil, Total, ma anche con grosse Big americane come Chevron ed Exxon Mobil.

Tutte stanno investendo sulle frontiere artiche russe insieme a compagnie cinesi, soprattutto per estrarre gas da esportare. Se la tensione tra occidente e Mosca va avanti al calor rosso, i governi occidentali dovrebbero applicare sanzioni alla Russia come hanno fatto all’Iran.

Intanto, per capire il filo delle strategie di terreno che si stanno sperimentando intorno alla cerniera ucraina, bisogna partire dallo scenario in cui il flusso di gas russo si blocca per vari motivi e vedere quali effetti alternativi ne discendono.

Il flusso può bloccarsi per varie ragioni che non dipendono da una volontà espressa di Mosca visto che ne perderebbe in profitti finanziari importanti.

Il primo motivo è quello del debito contratto da Naftegas per forniture di gas pregresse: ma l’Unione europea si è resa disponibile a contribuire con 500 milioni di euro e forniture dirette (sic!) per ridurre le quote di dipendenza energetica di Kiev da Mosca. Difficile capire come, visto che superano i 30 miliardi di metri cubi/anno. Dunque Mosca potrebbe continuare le forniture all’Ucraina, anche per non abbandonare le regioni orientali russofone che hanno industrie ad alta intensità energetica (che a medio termine verranno sicuramente smantellate su indicazioni del Fmi). Però quelle all’Europa potrebbero essere sospese per ragioni di sicurezza: infatti il gasdotto si immette sul territorio comunitario in quelle regioni occidentali che sono le più ostili a Mosca.

Lo dimostra il fatto che è partita una minaccia esplicita del gruppo russofobo di estrema destra Praviy Sektor: «Distruggeremo le pipeline e priveremo i nostri nemici di un’importante fonte di denaro». In questo caso si delineano tre categorie di clienti europei del gas russo.

I clienti importanti di Mosca dell’Europa nord occidentale (Germania, Olanda, Belgio, Danimarca, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna) non hanno niente da temere. Per Mosca non è un problema dirottare sul gasdotto North Stream via Mar Baltico le quantità supplementari che passano oggi dall’Ucraina.

I paesi del centro Europa analogamente potranno usufruire di quantità aggiuntive via North Stream attraverso l’uso inverso dei gasdotti di Polonia, Ungheria e Slovacchia (organizzato dopo la crisi del 2009).

Su questo circuito però si inserisce un altro fattore, quello delle forniture Eu promesse all’Ucraina. Che paradossalmente trattano gas russo immagazzinato come scorte commerciali in Germania e che la compagnia tedesca Rwe sarebbe disponibile a movimentare. Il connettore di tutte le operazioni di «reverse flow» diventerebbe la Slovacchia.

Meno felici le alternative di approvvigionamento per il terzo gruppo di Paesi clienti di Mosca: Austria, Ungheria, Grecia, Italia, Balcani orientali ed occidentali.

Per essi erano previste due soluzioni: una immediata in caso di emergenza, rappresentata dal gasdotto russo tedesco Opal (una bretella sul territorio tedesco) dal Baltico alla frontiera della repubblica Ceca. Questo permette di portare il gas, sempre via Slovacchia allo snodo ed hub austriaco di Baumgarten che serve il mercato sud europeo. Gazprom ha richiesto di poter usufruire dell’intera capacità del gasdotto Opal per garantire forniture consistenti sopratutto ai maggiori consumatori, tra cui l’Italia che nel 2013 ha importato più di 25 miliardi di metri cubi mentre le importazioni dalla Libia si sono praticamente azzerate.

L’altra soluzione, a partire dal 2016, è rappresentata dal gasdotto russo South Stream di cui sono state avviate le commesse di forniture dei tubi e di realizzazione sottomarina nel Mar Nero (Saipem).

Peccato che la Commissione Europea abbia messo entrambe le possibilità a bagnomaria il 10 marzo scorso con varie motivazioni in quanto non rispettano le regole comunitarie della libera concorrenza.