Si annunciano cenoni e pranzi da sfinimento nei dì delle feste prossime venture. Molti si ritroveranno intorno al desco casalingo, allargato a parenti di vario grado e di varie età anagrafiche. Certo saranno importanti la qualità e la quantità del cibo. Ma conterà molto anche l’atmosfera conviviale. Il rito del pranzo e della cena ha trovato eccellenti interpreti su tela tra fine ‘800 e inizi ‘900. Delle loro opere dà testimonianza la mostra La poesia della tavola, Foyer del Teatro Petruzzelli di Bari, fino al 21 febbraio, info 080/9752875.
Quindici dipinti in tutto, da assaporare nei dettagli e in una cornice espositiva tanto suggestiva quanto non convenzionale.

Vi soffermerete sul Pranzo a Posillipo di Giuseppe De Nittis, che ritrae l’artista mentre festeggia insieme a un gruppo amici i successi parigini; sul pasto sotto un albero dei Contadini al sole di Felice Carena; sui Pescatori delle paludi pontine di Amedeo Bocchi, al riparo di una tettoia per la pausa del mezzogiorno. E ancora Casorati, Donghi, Llewelyn Lloyd, Levi… Se, uscendo dalla mostra, vi pungesse il desiderio di trovare un posto che richiami, nel cibo e nell’accoglienza. «il buon tempo antico», e magari sia adatto a celebrare Natale e Capodanno fuori casa, eccoci vostri suggeritori di indirizzi.

La Locanda di Federico, piazza Mercantile 63/64, 080/5227705, 35/40 euro, è avvolgente e profumata grazie ai piccoli capolavori di stretta osservanza pugliese creati dalla chef Annamaria Pellegrino: orecchiette, gnocchetti di patate con crema di melanzane e cozze, couscous con polpo, stinco di maiale al Primitivo di Manduria, gamberoni al forno, torta pasticciotto, soufflé di cioccolato.

Puglia, Campania e Basilicata in cantina. L’Osteria delle travi, due secoli di attività, accoglie il viandante affamato a Bari Vecchia, Largo Chiurlia 12, 339 1578848, 20 euro, e lo invita a sedersi proponendo antipasti di verdure, insalata di polpo, cavatelli con vongole e fagioli, frittura di paranza, braciola al sugo, una sontuosa torta di mele. Vino della casa più che degno. Osteria di tradizione molto gettonata, Terranima, fra il Petruzzelli e Bari Vecchia, via Putignani 213, 080/5219725. 25/30 euro, ispira i suoi piatti alla cultura rurale della Puglia: ciceri e tria, spezzatino alla moda di Alberobello, zuppe, cavatelli conditi variamente, capocollo. Funziona anche come caffè animato da eventi, e vale una serata. Bianco di nome e negli arredi è il Biancofiore, corso Vittorio Emanuele 13, 080/5235446, 35.

Qui il pesce impazza: carpacci vari, tartare di tonno, insalatina di cocci di mare, crudo barese (seppie a listerelle, cannolicchi, tartufi di mare, mussole, cozze e ricci); risotto con scamponi, pomodori verdi e bacche di ginepro; tortelli al ripieno di gamberi (o di pescespada) con pesto e pomodorini di Torre Guaceto. Una sorpresa il cheese cake a base di composta di fichi d’India e la lista dei vini con oltre trecento etichette di varia provenienza italiana ed estera. Che poesia, la tavola.

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