Mi dite con parole vostre di cosa parla la lettura che abbiamo fatto oggi?
«Parla dei bambini che scappano con i loro genitori dai paesi in cui sono nati per paura di morire, di essere uccisi dalla guerra». «Parla dei bambini rifugiati che sarebbero quelli che scappano in altri paesi per rifarsi una vita normale, perché nel loro paese non riescono più a farsi con vita normale. Loro partono per dei viaggi lunghissimi e molto pericolosi che non si sa neppure se arrivano vivi fino qui da noi, però non possono fare altro perché non hanno altre possibilità». «Sì, vogliono rifarsi una vita. Vogliono rifarsi una vita migliore».

«Una volta ne hanno fatti vedere anche al telegiornale, alla tv di casa mia. C’era l’immagine di un giornalista su una spiaggia e si vedevano dietro di lei un sacco di mamme, papà e bambini che navigavano su delle barchette perché dei poliziotti li avevano appena pescati dal mare, li avevano appena salvati». «Cercano un rifugio, come quando giochiamo a nascondino con i nostri amici e mentre uno conta, tutti gli altri devono scapparsi e trovare un rifugio per nascondersi, per ripararsi da quello che gli può accadere di brutto e di pericoloso». «Sembravano tutti spaventati, quel giorno alla televisione. Sembrava che scappassero tutti senza sapere dove andare. Anche se erano riusciti ad arrivare a riva, sembravano ancora spaventati».

«I bambini rifugiati sono dei figli che con la loro famiglia stanno cercando un posto nuovo dove andare ad abitare, un Paese dove vivere meglio del paese dove abitavano prima di partire per quel lungo viaggio. In Italia e ne sente spesso parlare quando ci sono le immagini di Lampedusa, perché Lampedusa è un’isola vicino alla Sicilia e vicino al mare, proprio lì in mezzo, e ogni settimana arrivano molti bambini rifugiati con le loro famiglie e dall’Africa». «Alcuni arrivano da soli, senza le loro famiglie, i più grandi, però non sono ancora maggiorenni». «Anche nella nostra scuola ci sono bambini rifugiati. Per me loro fanno bene a trovare un posto dove vivere meglio. Perché se prima vivevano peggio, vivevano male, potevano anche morire, allora è meglio se provano a scappare, se provano a vivere meglio di prima».

«Anche io ho visto alla tv quelle barche strapiene di bambine e donne e ragazzi con la pelle nera che arrivavano in Italia dalla Sicilia. Dopo vanno a dormire in una grande casa che c’è lì vicino per riposarsi e dopo continuano il loro viaggio per tutta Italia o anche dopo l’Italia, alcuni vanno in Germania, in Francia, in Spagna, viaggiano finché non trovano un paese migliore per vivere». «Io avrei molta paura a fare quei viaggi nel mare di notte su una barca. Anche se la barca è così piccola avrei paura perché ci sono poche luci e poi ho visto alla tv che il mare che c’è in mezzo tra l’Italia e l’Africa e la Sicilia è molto grosso, con onde molto alte ed è facile che l’imbarcazione si rovescia e si può anche morire tutti annegati».

«Hanno dovuto lasciare la loro casa e la loro gente, i loro parenti, per trovare un rifugio lontano dalla loro casa e dai loro amici». «Loro viaggiano lontano per trovare una casa nuova e degli amici nuovi. Il motivo principale, per me, è che nei loro Pesi c’è la guerra, oppure i loro genitori, per esempio i loro papà, vivono in paesi così poveri che non riescono a trovare lavoro e senza lavoro dopo non hanno i soldi e senza soldi non riescono neppure ad avere una casa e a vivere, a comperare da mangiare, allora per forza se ne devono andare via dal posto in cui sono nati e trovare un altro posto dove si può vivere».

«Anche Iris è rifugiata?» «No, Iris è un po’ diverso. I suoi genitori volevano cambiare città, volevano trasferirsi, avevano la possibilità di restare nel posto in cui erano nati o cambiare città e hanno deciso di provare a cambiare, ma non erano costretti a partire, a scappare come i bambini rifugiati e le loro famiglie. Vuol dire che a casa di Iris non c’erano delle persone cattive che lanciavano delle bombe sulla loro casa, non c’erano delle guerre, però, secondo me, anche loro, anche Iris e la sua famiglia un po’ sono rifugiati perché per qualche motivo non bello sono andata da casa loro, perché se stavano bene non andavano via così lontano da casa loro, perché a tutti piacerebbe vivere a casa loro».