L’unità confederale c’è, la lotta molto meno. Come era facile prevedere Cgil, Cisl e Uil concordano solo «un percorso di mobilitazione», rimandando alla «prossima settimana» il calendario. Prima serve un passaggio negli organismi interni delle tre confederazioni.

È chiaro che sulle modalità non c’è ancora accordo. E di certo sulla scelta di non usare la parola sciopero c’è il marchio della Cisl.

Al momento siamo solo ad assemblee unitarie in tutti i luoghi di lavoro, in tutto il paese fino a una serie di mobilitazioni territoriali, che potrebbero anche includere scioperi regionali e manifestazioni nazionale.

Lo sciopero generale rimane una chimera e il confronto con la lotta in corso in Francia è improponibile.

Dopo due scioperi generali senza la Cisl – contro il governo Draghi e contro la prima legge di bilancio del governo Meloni – l’azione unitaria riparte ma sconta tempi lunghi e poca incisività.
L’incontro a tre si è tenuto nella sede Cgil ieri. Al tavolo Landini era al centro, Bombardieri a sinistra, Sbarra a destra. E il posizionamento non è casuale.

All’uscita è Bombardieri a parlare per primo: «Abbiamo deciso di avviare unitariamente un percorso di mobilitazione per confrontarci con i lavoratori, ascoltarli e ribadire la necessità di dare ascolto alle nostre richieste. Le modalità e gli obiettivi li decideremo dopo aver consultato ognuno in casa propria i propri organismi».

Poi tocca a Sbarra, il più atteso e il più frenante dei tre: «C’è la necessità di avviare un percorso di mobilitazione unitaria, parlando con le persone e spiegando le nostre ragioni e le nostre rivendicazioni – spiega il segretario generale della Cisl – Abbiamo fatto una valutazione sullo stato del confronto con il governo e la declinazione delle nostre priorità e urgenze. Ci prendiamo qualche giorno – ha riferito Sbarra – per fare un’opportuna verifica anche nei nostri organismi; la prossima settimana saremo nelle condizioni di fornire ogni utile informazione sulle modalità, articolazione e intensità delle iniziative che pensiamo di mettere in campo».

L’ultimo a parlare è Landini: «La notizia mi sembra molto precisa e forte e cioé inizia una fase di mobilitazione che coinvolgerà le lavoratrici e i lavoratori a partire dalle piattaforme e dalle proposte che abbiamo avanzato perché vogliamo cambiare le decisioni che finora ha preso il governo e la prossima settimana saremo in grado di dirvi tutto quello che abbiamo intenzione di fare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi».

Logico dunque che qualsiasi convocazione arrivi dal governo in queste settimane, la Cisl avrà il pretesto per chiamarsi fuori dalla mobilitazione oppure per non arrivare allo sciopero, strumento ormai abbandonato dal sindacato di matrice cattolica.

Come già concordato a Rimini al congresso della Cgil, i temi prioritari sono la difesa della sanità pubblica e la richiesta al governo di ritiro della delega fiscale.