Rinnovare i contratti, affrontare la questione salariale. La seconda mobilitazione della settimana di Cgil, Cisl e Uil ha riempito nuovamente piazza Santi Apostoli a Roma come già successo martedì – l’ultimo appuntamento sarà il 17. Al centro della mobilitazione il rinnovo dei contratti, a partire dai pubblici.
La segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti ha rilanciato la questione salariale: «Dobbiamo iniziare nel nostro paese ad affrontare la questione salariale. Il lavoro non può, come è accaduto in questi anni, diventare povero. Ed è inaccettabile che i diritti di chi lavora siano sacrificati sull’altare di una competitività che ha arricchito pochi e indebolito tutti gli altri».
Sul palco, come martedì, si sono alternati delegati sindacali dei vari settori, dagli infermieri agli Operatori socio-sanitari ai vigili del fuoco raccontando i drammi di chi è precario da decenni.
«Nel settore pubblico abbiamo bisogno di risorse per il rinnovo, di liberare la contrattazione e di investimenti in formazione. Così come di un piano straordinario di assunzioni e di stabilizzazioni. Siamo in una vera e propria emergenza col rischio della desertificazione dei servizi – ha spiegato la segretaria generale della Fp Cgil Serena Sorrentino – . Abbiamo bisogno di rinnovare anche i contratti privati, a partire da quello della Sanità privata che attende da 13 anni. L’auspicio – ha chiuso Sorrentino – è che il confronto in atto col governo proti ad un accordo che offra una reale prospettiva al lavoro pubblico e ai cittadini». L’idea è quella di un accordo-quadro generale su cui vadano poi ad inserirsi i vari rinnovi nei settori pubblici, come accadde nel novembre 2016.
«Siamo di nuovo in piazza per dire che vanno rinnovati i contratti. Ci sono circa 13 milioni di lavoratori che aspettano. Tutti i settori della Pa sono coinvolti», ha ricordato la leader Cisl Annamaria Furlan. «Nel pubblico impiego lo Stato come datore di lavoro deve dare l’esempio, nella finanziaria non ci sono risorse sufficienti per rinnovarlo nemmeno come l’ultimo contratto».
«Occorre ancora un miliardo di euro», calcola il leader della Uil Carmelo Barbagallo, sottolineando che «i contratti sono un diritto e non un’opzione». Ad oggi, in legge di Bilancio sono stanziati quasi 3,4 miliardi di euro per il triennio, grazie ai 200 milioni annunciati ai sindacati da Gualtieri lunedì scorso. Uno sforzo che per i sindacati, però, ancora non basta. «L’obiettivo di un aumento del 3,5%», sugli stessi livelli della precedente tornata, «viene garantito», assicura la manistra Dadone, che sulle risorse ammette che «fare di più in questo momento è difficile».
In piazza ieri per il secondo giorno di fila davanti Montecitorio anche i pensionati. «Ci torneremo anche il 19 e il 20 – ha annunciato il segretario generale dello Spi Cgil Ivan Pedretti – .Visto che sono un po’ sordi continueremo ad alzare la voce».