Tutto comincia nel 2004: Umberto Carpi (scomparso nel 2013), sanguigno capofila della accademia pisana, pubblica due densi tomi dedicati a La Nobiltà di Dante. Una profonda revisione della biografia del poeta che ne legge il capolavoro come work in progress, sorta di registrazione in presa diretta delle sue sofferte ma continue conversioni politiche da guelfo bianco a guelfo nero, da nero intrinseco (fazione vittoriosa dentro la cerchia delle mura fiorentine: Corso Donati, per capirci) a nero estrinseco (le castellanie, toscane e non, gravitanti in orbita filopapale: Moroello Malaspina, i conti Guidi di Dovadola), fino al conclusivo approdo ghibellino, approdo non...