«Nella coalizione ammucchiata di Gaetano Manfredi assistiamo al tipico doppiopesismo della sinistra: giustizialista con gli altri e garantista in casa propria»: l’attacco è del magistrato in aspettativa Catello Maresca, candidato del centrodestra al comune di Napoli. L’accusa di «doppiopesismo» riguarda Aniello Esposito e Salvatore Madonna, consiglieri comunali uscenti che il Pd ha deciso di rimettere in pista per le comunali di ottobre. I due hanno patteggiato 6 mesi di pena per la lista Napoli Vale, la civica della candidata dem a sindaco Valeria Valente in cui erano finiti cittadini ignari, di cui erano state falsificate le firme, in occasione delle scorse amministrative. «La loro fedina penale risulta pulita» il commento del segretario cittadino Marco Sarracino che aggiunge: «Nel 2016 non ero responsabile del partito. Questa tornata, per ribaltare la narrazione, faremo un’operazione trasparenza: banchetti pubblici per sottoscrivere le candidature».

MARESCA sta lavorando a 10 liste. I tre partiti del centrodestra ci saranno, anche se lo stesso Maresca aveva dichiarato: «Ce ne fottiamo dei simboli». Fi e FdI con i propri marchi, la Lega invece non avrà il suo. Per non doversi misurare con la piazza partenopea, i candidati del Carroccio si presenteranno con Prima Napoli. Così le civiche Essere Napoli e Napoli Capitale, che avevano detto «mai con la Lega», si sono potute aggregare lo stesso. Il progetto nato all’insegna del civismo puro ha poi imbarcato anche Coraggio Italia e Cambiamo. Da Maresca sono approdati anche pezzi del mondo arancione del sindaco uscente, Luigi de Magistris, come Daniela Villani (ex assessora alla Qualità della vita).

IL CENTROSINISTRA ALLARGATO ai 5S e ai civici candida l’ex ministro del governo Conte due, Gaetano Manfredi. Attesi nella città laboratorio della nuova alleanza tutti i big nazionali: Letta, Speranza, Bersani, Fratoianni e Conte. Il tavolo di coalizione è partito con 24 partecipanti ma alla fine le liste dovrebbero essere 13 tra cui Napoli solidale, in cui ci saranno gli esponenti di Articolo1, Sinistra italiana e il gruppo di Sergio D’Angelo: ex assessore al Welfare della prima giunta de Magistris, patron di Gesco, consorzio di cooperative del Terzo settore, che ha ritirato la sua candidatura a sindaco.

Dalla sinistra si passa al centro (ad esempio nella lista La Città anche la componente Noi Campani di Clemente Mastella), ai fedeli del governatore Vincenzo De Luca (Napoli libera) fino alla destra, presidiata da Azzurri per Napoli. Qui si ritrovano tre compagini: i transfughi di Forza Italia organizzati da Stanislao Lanzotti (uscente non ricandidato), il gruppo del manager Riccardo Maria Monti e Italia Viva. I renziani hanno rischiato di non presentarsi nonostante il 7,3% preso in Campania alle regionali del 2020. L’uomo forte in città è il consigliere uscente Gabriele Mundo, che alle comunali farà un passo indietro in favore della compagna Annamaria Maisto.

Anche nel centrosinistra si trovano i transfughi di Dema come l’ex vicesindaco Raffaele Del Giudice e l’ex assessora al Welfare Roberta Gaeta. Un caso l’attuale presidente della III Municipalità, Ivo Poggiani, anche lui esponente della galassia arancione. Sulla stampa locale è stato pubblicato un appello per la sua ricandidatura nella coalizione di Manfredi. Dai social gli hanno ricordato quando dichiarava alla stampa: «Caro Ruotolo, dici di no al governatore». Il riferimento è a Sandro Ruotolo, eletto alle suppletive per il Senato con la stessa coalizione che ora dovrebbe supportare Poggiani per farlo rieleggere. Ma una sua candidatura appare difficile, dallo staff di Manfredi spiegano che si sta lavorando a nomi nuovi proposti dalle liste, in questo caso si tratterebbe di un’autocandidatura, e pure divisiva, in una Municipalità che interesserebbe invece ai 5S.

ALLA LISTA DEL MOVIMENTO stanno lavorando Luigi Di Maio e Roberto Fico, con una particolare attenzione da parte del presidente della Camera. Tra i candidati dovrebbe rientrare Francesca Menna, attivista di lungo corso che poi si era allontanata, assessora di de Magistris, e Ciro Borriello altro pezzo del mondo arancione, pure lui dato a breve in uscita dalla giunta. Il mondo 5S è in subbuglio: una parte degli attivisti non ha seguito il nuovo corso targato Giuseppe Conte e sta lavorando alla lista Napoli in movimento – No alleanze con candidato sindaco il consigliere comunale uscente Matteo Brambilla che, nel 2016, si era già misurato con l’impresa raccogliendo 38.863 preferenze.

CAPITOLO ARANCIONI: de Magistris lo scorso ottobre, in solitaria, decise di lanciare la candidatura della sua assessora Alessandra Clemente a sindaca. Una mossa azzardata che ha isolato lei e lo stesso universo arancione che, quindi, si è disgregato scegliendo nuovi approdi. Lo stesso de Magistris, impegnato nelle elezioni regionali in Calabria, ha poi scaricato la sua candidata sancendo il «libera tutti» con assessori e attivisti. Con Clemente la sua lista civica, Potere al popolo, Napoli2030 e il Partito del Sud. Anche lei ha dato le dimissioni da Palazzo San Giacomo.

LA GIUNTA COMUNALE va avanti con 9 assessori, in attesa che Borriello e Menna salutino la compagnia: ci sono componenti con 15, 16 e 17 deleghe. La new entry è un ritorno: il vicesindaco Enrico Panini era stato fatto uscire lo scorso gennaio per fare posto a Marco Gaudini, in nome dell’alleanza con il movimento Davvero. Tre giorni fa Gaudini ha dato le dimissioni per candidarsi con Antonio Bassolino e Panini è tornato a Palazzo San Giacomo, assessore per un mese.

INFINE, L’EX SINDACO ed ex governatore Bassolino si presenta con due liste al seguito più Azione di Carlo Calenda. Hanno scelto questa sponda molti esponenti di primo piano del circolo Pd di Fuorigrotta e Toti Lange, presidente della commissione di garanzia provinciale del partito per la formazione della lista, dimessosi ieri in polemica con le candidature di Esposito e Madonna. Come Clemente, Bassolino si misurerà con il voto e poi deciderà come muoversi al secondo turno. Entrambi hanno già avuto contatti con Catello Maresca.