Giancarlo Giorgetti irrompe nella campagna elettorale per le amministrative e a pochi giorni dal voto dice alla Stampa che il voto di Roma, una delle piazze decisive, sarà deciso dalla capacità di Calenda di conquistare voti nel campo della destra: «Se Calenda va al ballottaggio con Gualtieri ha buone possibilità di vincere», dice il ministro dello sviluppo economico. Si spinge ancora più in là esprimendo un giudizio lusinghiero per Calenda che suona come un endorsement: «Al netto delle esuberanze – dice Giorgetti – mi pare che abbia le caratteristiche giuste per amministrare una città complessa come Roma». La faccia che si vorrebbe «governista» e «moderata» della Lega, non aduso a uscite estemporanee, bombarda il candidato della coalizione Enrico Michetti e colpisce Fratelli d’Italia ma inevitabilmente attacca anche Matteo Salvini e il suo asse sovranista con Giorgia Meloni. Il leader evita di commentare ma dal suo staff trapela sbigottimento. Anche per il fatto che Giorgetti ha lanciato la candidatura di Draghi al Quirinale, sostituendosi di fatto a Salvini e bruciandolo sul tempo. Parole di fuoco anche da FdI e Forza Italia.

La presa di posizione di Giorgetti produce inevitabili ricadute anche sul resto del quadro politico e sullo scenario romano. Calenda è un outsider. Ma se dovesse veramente arrivare al ballottaggio diventerebbe attrattivo molto più di Michetti, considerato incapace di allargare il campo oltre lo zoccolo duro dei partiti del centrodestra. Per il momento incassa i complimenti, che corroborano il suo investimento strategico sull’elettorato di centrodestra avvantaggiato dalla candidatura considerata «debole» del tribuno Michetti, il Pd ne approfitta per ascrivere il candidato di Azione allo schieramento di destra. Giorgetti contribuisce a fare chiarezza sulle ambiguità della candidatura di Calenda – dice ad esempio la capogruppo al senato dem Simona Malpezzi – Dopo l’indicazione di Bertolaso vice, oggi anche l’investitura da parte del braccio destro di Salvini». «Un dato è chiaro: gli elettori che non vogliono lasciare Roma alla destra hanno solo un nome: Gualtieri» aggiunge Enrico Borghi, membro della segreteria di Enrico Letta. Calenda risponde con un tweet: «La cosa divertente è che mentre mi accusano di essere il candidato della Lega per un apprezzamento professionale di Giorgetti, siglano segretamente (manco troppo) il patto con i 5S per portarli in giunta».