Dentro le crisi provocate dal Covid19, sanitaria, economica, statica, ci sono persone che patiscono in modo più forte le conseguenze del virus. I malati psichici hanno visto chiudere i centri diurni dove erano soliti passare le giornate, le visite domiciliari sono state annullare e i servizi territoriali viaggiano ai ritmi dettati dalla pandemia. L’uomo è uno scolaro e il dolore è il suo maestro sosteneva Gandhi, ma troppo dolore può farti scappare dagli altri. Crei così delle barriere che pochissimi riescono a valicare. La prima è visiva, a pelle, il volto non genera vicinanza (troppo segnato), il corpo gonfiato dalle medicine, la pelle ingiallita dalle sigarette, il sorriso senza denti tutta la tua persona non suscita prossimità perché l’altro non ti pone nell’alveo dei suoi simili.

Chi supera quotidianamente queste frontiere sono medici, educatori, operatori sociali, volontari, infermieri come Luca Tessitore che a Mirafiori chiamano «un tipo regolare di zona», ma forse è un missionario al servizio dei malati psichici. Lavora in un centro di salute mentale, segue decine di persone e ogni giorno arrivano nuovi utenti. Luca con loro non lavora, ma si mette addosso i loro pesi. Non ha ferie per loro. Visite, telefonate, consegna di medicine, terapie, parole.

«Con chi soffre devi essere credibile perché – racconta Luca – con la relazione vera e autentica il sofferente supera le paure e tu lo puoi portare a compiere scelte e mantenerle: cose che prima pensavano di non riuscire fare». Molti hanno tratti che li accomunano ai migranti. Come loro non hanno scelto in quale Paese nascere, non hanno il quartiere, i vicini di casa, i parenti e soprattutto i genitori che, nel migliore dei casi, non erano in grado di amarli e averne cura. La paura è grande nemico di ognuno, ma chi si trova senza nessuno a cui confessarla e con cui affrontarla, pensa di essere sbagliato, inadeguato. «Non è sbagliato, è solo spaventato e cerca risposte che da solo non trova. Per certi aspetti sono come bambini: ti annusano, ti riconoscono e ti perdonano anche se sbagli, se usi parole che li fanno stare male, perché sentono che sei sincero, autentico, capiscono che non vuoi ferirli, ma risvegliarli».

«Le persone, prosegue Luca, che hanno sempre subito violenza non sono nemmeno in grado di protestare, di urlare. Hanno bisogno di qualcuno che sia al loro fianco e parli e combatta per loro perché loro sono così annichiliti, prostrati e depressi che non hanno più vita: sono alla mercé degli altri. Molti usano alcol e sostanze o altre dipendenze per trovare qualcosa che soddisfi i propri bisogni, perché dopo molte porte in faccia alcuni rinunciano a continuare a bussare e si chiudono per non soffrire più». La conoscenza avanza, la tecnologia ci collega al mondo, si passeggia sulla Luna, in due ore si può arrivare in Africa, ma come persone umane siamo sempre le stesse, come ha spiegato Edgar Morin «i progressi della coscienza sono lenti». Siamo immersi in una battaglia continua tra due inconciliabili, ma inseparabili nemici: Eros (desiderio di vita) e Thanatos (morte) dove ognuno a turno sembra prendere il sopravvento sull’altro. «Io sono in questa battaglia quotidiana, non sono un testimone, sono dentro: «vivo sulla mia pelle certe sofferenze e dolori». «Sono cresciuto tanto grazie a questi fratelli sofferenti, a molti dico che gli voglio bene e sento che alcune parole sono dei semi che col tempo daranno frutti».

Luca tende la mano al dolore e incontrandolo lo trasforma: a volte ne viene schiacciato, a volte è bellezza. «Sono come un missionario, ma in questo tempo del covid, non posso andare a casa delle persone perché potrei portare loro, involontariamente, il virus quindi non vado, ma soffro perché sento quanto hanno bisogno di relazione di presenza fisica . La parola, la relazione anche se non cura e risolve i problemi è un balsamo».

Gli operatori sociali sanno che una persona non può salvarne un’altra, ma può creare un contesto di cambiamento possibile. «Non pensare a questi fratelli come dei terreni dove non vale la pena seminare perché è tempo perso. Hanno tesori e capacità nascosti da anni di rassegnazione, ma accadono miracoli».