«Non urlate se mi chiama mia madre, le ho detto che andavo a un convegno…». Scherza la ragazzina col cartello al collo, ma probabilmente anche sua madre è lì, persa tra la folla che già nel primo il pomeriggio, sotto il solleone, ha invaso il Foro italico di Palermo, punto di concentramento per la grande parata del Pride 2013. Magari a ballare sotto uno dei grandi carri che manda senza sosta le hit di Raffaella Carrà.

Sì, c’erano tutti anche ieri, a condividere le rivendicazioni e la festa del movimento Lgbt, che da una decina di giorni ha coinvolto la città e che ieri ha vissuto il momento clou di questa edizione nazionale «più a sud d’Europa». Centomila? Forse anche di più. I calcoli ieri si facevano anche in modo un po’ blasfemo; quel prato ha ospitato qualche mese fa la cerimonia di beatificazione di padre Puglisi, ucciso dalla mafia: allora erano in 60 mila, ieri almeno il doppio… E a metà corteo, man mano che la folla cresceva, il «serpentone» si è allungato per un chilometro.

Sfilano i carri e sfilano le famiglie. Soprattutto quelle «arcobaleno». Sfilano le finte suore («Ubi amor ibi deus est») e le vere star: Maria Grazia Cucinotta, bella madrina in bianco, che è semplice nella sua adesione alle battaglie Lgbt: «L’amore è amore, e l’amore non ha sesso», dice, invitando il governo a «darsi una mossa» per la legge contro l’omofobia, perché «un dito puntato equivale a una pallottola». In prima fila il sindaco Leoluca Orlando; non si fa vedere invece il presidente della Regione Rosario Crocetta, che per la verità nei giorni scorsi aveva anche disertato il Village Pride e persino un dibattito in cui era protagonista. Troppi impegni elettorali alla vigilia dei ballottaggi?

«Palermo non ospita il Gay Pride, lo vive tutto l’anno, ed oggi lo vive insieme a tante altre persone venute qui a condividerlo con i palermitani», spiega Orlando, forse un po’ troppo ottimista. Ma ha davvero molti motivi per essere soddisfatto, lui che di questo Pride nazionale a Palermo era stato, un anno fa, tra gli ispiratori. La città infatti in questi giorni «straripa» di presenze e di turisti giunti proprio per la manifestazione. Gli hotel sono tutti pieni, conferma Federalberghi, «questi dati dimostrano, se ce ne fosse stato bisogno, che cultura ed economia vanno di pari passo con la crescita civile e dei diritti, e che ogni investimento nelle attività per la cultura e per i diritti porta sviluppo e nuova economia», assicura il sindaco. Con lui c’è Nichi Vendola, «ho 55 anni e sto invecchiando in un Paese di cui mi vergogno», dice il presidente della Regione Puglia e leader di Sel: «Siamo qui per dire la verità, senza ipocrisie, e chiedere alla legge di riconoscere quello che è già nella vita, nella società».

Paolo Ferrero si duole per l’assenza del ministro Idem, che con Laura Boldrini aveva inaugurato la settimana di manifestazioni che ha preceduto la sfilata: «Il Paese non è diviso tra Nord e Sud, ma fra chi chiede i diritti e la politica che è subalterna al Vaticano». Ferrero è un «veterano» dei Pride, e veterana è anche Luxuria, che ieri non è mancata: «Da Palermo deve arrivare una forte richiesta di essere riconosciuti cittadini come gli altri. Siamo fiduciosi e testardi, da venti anni continuiamo a chiedere pari dignità ed uguaglianza. Dalla Sicilia assume più forza questo appello all’uguaglianza, «dobbiamo avere lo stesso coraggio di chi si è ribellato al potere mafioso nel dire no al potere eterosessista».

La gente in gran parte sembra averlo recepito. Almeno ieri a Palermo. Dove il coloratissimo corteo viene salutato dai balconi del Cassaro come si fa al Festino per il carro di Santa Rosalia. E strappa applausi lungo il percorso, persino dai lavoratori del teatro stabile Biondo, che rischiano il posto per problemi di bilancio e si sono incatenati all’inferriata. Uno scambio di sorrisi, di solidarietà, a sancire che la lotta per i diritti Lgbt è la lotta per tutti i diritti primari: lavoro, casa, certo. E i sentimenti? certo. E i sentimenti? «O si è felici o si è complici», è lo slogan più riprodotto nei cartelli e nelle magliette nel corteo. Ieri a Palermo c’erano decine di migliaia di persone felici, finalmente. Che di sera, dopo la lunga marcia dal mare ai Cantieri culturali, ha continuato a far festa per tutta la notte, a chiudere una giornata storica come questo Pride.