Cento giorni dopo, anche per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è stato un ritorno tra la gente.

Con distanziamento fisico e mascherina al volto ovviamente, quella di Codogno è stata la prima cerimonia non più da solo, come era accaduto il 25 Aprile, ma con le persone tornate a riavvicinarsi.

Questa ideale riunione è avvenuta nel paese della bassa lodigiana dove tra il 20 e il 21 febbraio venne identificato il primo caso italiano di Covid-19.

Ora sappiamo che il virus era in Lombardia già da oltre un mese, ma il pronto soccorso dell’ospedale di Codogno fu il primo focolaio riconosciuto d’Italia e i 10 comuni attorno diventarono zona rossa.

«QUI, DOVE È INIZIATO il nostro percorso di sofferenza, vogliamo ribadire i valori della Costituzione, ricordando nuovamente i tanti nostri concittadini morti per il Coronavirus e rinnovando grande solidarietà ai loro familiari e alle loro comunità» ha detto il capo dello Stato dal municipio di Codogno.

Qui, in questo luogo simbolico della sofferenza vissuta ma anche della rinascita comune, Mattarella ha voluto di nuovo appellarsi all’unità morale del Paese e al superamento delle divisioni politiche davanti a un evento di queste dimensioni.

[do action=”quote” autore=”Sergio Mattarella”]«Questo è il tempo di un impegno che non lascia spazio a polemiche e distinzioni. Tutti siamo chiamati a lavorare per il Paese, facendo appieno il nostro dovere, ognuno per la sua parte»[/do]

Un’unità difficile, con una destra tornata a farsi sentire nelle piazze e una maggioranza non compatta.

A Codogno Sergio Mattarella ha rivisto i volti, le facce dei medici e degli infermieri, di chi ha perso un parente, di chi si sta portando addosso le conseguenze del Covid.

«Non andrà dimenticato quanto, in questi mesi, hanno fatto, con generosa abnegazione, tanti medici, infermieri, personale impegnato nei diversi ruoli della sanità, farmacisti. Lungi dal sottrarsi al proprio compito, hanno contrastato l’epidemia con coraggio, sovente ponendo a rischio la propria salute. Molti sono rimasti vittime del loro senso del dovere. Non vi sono parole sufficienti per esprimere quanta gratitudine meritino da parte di tutti gli italiani».

DUE I MOMENTI di riavvicinamento alle persone: nella piazza centrale di Codogno e al cimitero, dove il capo dello Stato ha posato una corona di fiori bianchi rossi e verdi accanto alla targa in marmo bianco con il simbolo della presidenza della Repubblica.

Ad ascoltare Mattarella tutti e dieci i sindaci dell’ex zona rossa e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, costretto dalla presenza del capo dello Stato a non partecipare alla manifestazione leghista in piazza Duomo a Milano.

LA VISITA DEL PRESIDENTE a Codogno, nella grande malata Lombardia, è stata importante e simbolica non solo per il 74esimo anniversario della festa della Repubblica.

 

2 giugno 2020, Mattarella all’altare della patria

 

Anche da questa regione ora si potrà entrare e uscire liberamente, nonostante la gestione della giunta Fontana non permette di avere un’idea chiara della reale diffusione del virus.

A conforto ci sono gli effetti evidenti di quasi due mesi di lockdown: la temuta risalita della curva non c’è stata, la diffusione del virus è calata, molto lentamente, ma è calata.

I posti in terapia intensiva si sono liberati: oggi sono 167 le persone in terapia intensiva, nel momento di massima crisi il 3 aprile erano circa 1.400. Resta l’altalena dei tamponi, l’altro ieri solo 3.572, un numero molto basso che non permette di avere un’idea possibilmente vicina alla realtà sulla quantità di virus ancora in circolazione.

SUI TAMPONI La Lombardia non ha mai investito, a differenza di altre regioni come il Veneto, facendone solo ai sintomatici gravi e arrivando impreparata ad ogni tappa dell’evoluzione dell’epidemia in questi tre mesi. Su quanto accaduto in questi mesi anche la magistratura farà la sua parte.

Il resto è politica, quella politica che con le sue scelte non è stata capace di arginare la diffusione del virus. 80 Km a nord di Codogno c’è Alzano Lombardo.

Se Mattarella avesse percorso quei chilometri avrebbe incontrato i luoghi simbolo del fallimento della politica davanti all’emergenza Covid, avrebbe incontrato i simboli – loro malgrado – dell’eccellenza lombarda che non c’è più.

«L’ITALIA DEL CORAGGIO» giustamente richiamata da Mattarella dovrà fare i conti anche con quest’altro pezzo di storia, per essere davvero «pronta a ripartire».

I cittadini di Codogno hanno detto a Mattarella di essere fiduciosi, «la differenza tra oggi e 100 giorni fa è enorme» hanno detto ai giornalisti che li intervistavano. «Sembrava di stare in un film, speriamo sia finita».