Sono stati ricevuti ieri pomeriggio a palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte i sindaci calabresi che in mattinata hanno dato vita ad una manifestazione davanti a Montecitorio per chiedere la fine del commissariamento della sanità regionale. All’incontro ha preso parte il ministro della Salute, Roberto Speranza. Lo striscione portato in piazza esprimeva con chiarezza tutta l’indignazione delle popolazioni calabresi: «Commissariati e indebitati dallo Stato».

Secondo fonti vicine al governo, nella giornata di oggi Conte procederà con la nomina del nuovo commissario alla Sanità in Calabria. Il premier starebbe valutando un «profilo eccellente», con l’obiettivo di ufficializzare la nomina nella riunione del Consiglio dei ministri, prevista prima di mezzogiorno.

Ai nomi dei papabili Pellegrino Mancini, fortemente voluto da Matteo Salvini, e di Federico D’Andrea, ex colonnello delle Fiamme Gialle, giurista, privo di palesi appartenenze politiche, si è unito l’ex prefetto di Milano nonché già commissario straordinario nel comune di Roma, Francesco Paolo Tronca.

Soddisfatto dell’incontro con i vertici dell’esecutivo il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, uno dei promotori della manifestazione calabrese nella capitale: «Siamo qui per proporre, non per protestare. È un fatto positivo – ha detto Falcomatà – che 400 sindaci di diversa estrazione politica si ritrovino uniti per la tutela di un diritto fondamentale: la salute dei calabresi». Obiettivo è costituire una commissione permanente che coinvolga anche i sindaci e che permetta in tempi brevi il superamento della gestione commissariale. «Mi inchino di fronte a una persona come Gino Strada e sono onorato, da calabrese, che lui metta a disposizione la sua esperienza e professionalità al servizio della nostra regione», ha aggiunto il primo cittadino di Reggio Calabria in merito all’accordo stipulato da Emergency e dalla Protezione Civile per la gestione dell’emergenza Covid.

Poche le novità sul fronte sanitario interno della regione. Tra le notizie positive, una proviene dall’ospedale di Rossano dove è stato attivato un macchinario che analizza 300 tamponi al giorno. Tra le tante questioni aperte, oltre ai posti letto sempre insufficienti, l’urgenza di potenziare il numero delle 13 Unità Speciali di Continuità Assistenziale (che visitano a domicilio i pazienti Covid-19), alcune delle quali ancora inattive, chiamate a servire i 150 comuni della sterminata provincia di Cosenza. In vari centri della regione anche ieri si sono svolte manifestazioni di protesta.

A San Marco Argentano, un centro nella Valle dell’Esaro, centinaia di persone hanno presidiato l’edificio dell’ospedale «L. Pasteur» per chiederne l’immediata riapertura. Occupato anche l’ospedale di Cariati, un grosso comune sullo Jonio. Qui il movimento «Le Lampare» dice «basta allo strapotere delle cliniche private», rivendica «sanità pubblica per tutti», chiede un «piano straordinario per la sanità pubblica in Calabria, investimenti nella medicina territoriale, assunzione di personale sanitario, investimenti nelle attrezzature, reinserimento nella rete ospedaliera del «V. Cosentino di Cariati».

Un presidio a sostegno del locale ospedale è stato organizzato anche a Castrovillari. Per lunedì prossimo c’è fermento, infine, tra i comitati per la sanità pubblica. Il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia seguirà la conferenza stato regioni dalla sede della Regione, a Catanzaro, insieme al presidente facente funzioni, il leghista Antonino Spirlì. Sarà caldo il clima nel piazzale della cittadella regionale.